Un programma di fine legislatura/3. Più spazio per il subgoverno AN-UDC?

Può darsi che il riassestamento della squadra di governo in vista del rush finale della legislatura porti delle novità anche al MIUR. Nei primi tre anni di attività dell’attuale governo, i motivi di dissenso all’interno della maggioranza “scolastica” non sono certo mancati. Più volte, in particolare, i responsabili scuola di AN (Giuseppe Valditara) e dell’UDC (Beniamino Brocca) hanno preso posizione su delicati passaggi della riforma, e su altre questioni (precariato, spesa per l’istruzione) ottenendo vistose correzioni di rotta: basti ricordare per esempio il ripristino della quinquennalità dei licei (l’iniziale progetto Bertagna allineava tutto il secondo ciclo su quattro anni), la revisione della prima stesura delle “Indicazioni Nazionali” soprattutto per quanto riguarda il maggiore rilievo dell’Italiano, l’impegno del Governo a garantire la “pari dignità” tra il sistema liceale e quello di istruzione e formazione professionale.
Tutti temi sui quali sono mancati, evidentemente, solidi accordi preventivi, forse anche per l’anomalia costituita dal fatto che, non avendo incarichi all’interno del governo, i due responsabili scuola di AN e UDC non sono stati pienamente integrati nei processi decisionali, e si sono sentiti liberi di manifestare i loro “mal di pancia” nel merito, o anche solo per questioni di visibilità politica, offuscata dall’attivismo centralizzatore di Letizia Moratti.
E se i due “esterni” diventassero “interni”, per esempio come sottosegretari? La coesione della maggioranza sulla politica scolastica, secondo alcuni osservatori, potrebbe aumentare, e forse potrebbero essere ripristinati – soprattutto per iniziativa di Brocca e di Caldoro, sottosegretario in carica del nuovo PSI, rafforzatosi nelle elezioni europee – certi rapporti con il mondo sindacale e associativo, ora ridotti al lumicino.