Un no veneziano alle gite scolastiche che fa discutere

Il Comune di Venezia chiede di essere contattato dalle scuole prima di programmare un gita in laguna. “Lo dico per comodità degli studenti e degli insegnanti“, dice il sindaco Massimo Cacciari. l’intenzione, probabilmente sarebbe quella di dirottare le gite scolastiche nei periodi turistici morti per lasciare spazio ai visitatori stranieri che nel pieno della primavera affollano piazza S. Marco e le calli veneziane.

Gli studenti italiani? Vengano a gennaio, a maggio o, meglio ancora a novembre, quando non vi sono folle di turisti, ha detto l’assessore al turismo di Venezia, Augusto Salvatori, rivolgendosi direttamente con tanto di richiesta formale al ministro Fioroni. Che ha risposto a chiare lettere: “Il ministero dell’Istruzione non ha alcuna competenza sulle gite scolastiche e la loro distribuzione nell’arco dell’anno“. In ogni caso non possiamo “privare i nostri ragazzi della possibilità di conoscere e amare un pezzo della nostra storia, come Venezia. Se la città è sovraffollata, lo è per tutti: le soluzioni vanno trovate senza penalizzare proprio i giovani“.

Negli stessi ambienti veneziani sono in molti a non apprezzare la proposta del Comune, anche tra gli albergatori.

Quei mesi indicati per il turismo scolastico difficilmente sono compatibili con le esigenze delle scuole che arrivano (o dovrebbero arrivare) alla gita di istruzione al termine di un percorso didattico preparatorio che a novembre è appena abbozzato e che comincia a concretizzarsi a gennaio. E a maggio, a ridosso della conclusione dell’anno scolastico, le scuole non pensano più alle gite, e non solo per la vecchia disposizione ministeriale che escludeva gite nell’ultimo mese di scuola.

Forse l’assessore veneziano, contando sul fascino esclusivo della sua città, sa che le scuole non vorranno rinunciare alla gita sulla laguna, ma tirando troppo la corda potrebbe rischiare di perdere clienti che, anche se non pagano in dollari o yen, sono sempre un buon investimento immediato e futuro. Quei 400 mila studenti che ogni anno visitano Venezia quanto lasciano nelle tasche dei veneziani tra panini, bevande, souvenir, ingressi ai musei, battelli? 40-50 milioni di euro almeno….