Un monito dall’Australia: quando gli studenti sono esposti alla prostituzione

L’iscrizione nelle università australiane è molto ambita ma gli alti costi di frequenza e le restrizioni imposte dal governo sul visto per studenti, che proibisce di lavorare più di 20 ore a settimana, costringono molti a ricorrere alla prostituzione per sopravvivere.

Lo rivela un rapporto della prof. Sarah Lantz, del Centro per la salute degli adolescenti dell’università di Melbourne, dedicato alla partecipazione degli studenti all’industria del sesso. La ricerca, pubblicata nell’ ‘International Journal of Youth Studies’, ha seguito lungo un periodo di quattro anni circa 50 studenti dei due sessi, australiani e stranieri, che lavoravano nell’industria del sesso. 

 “Gli studenti australiani si dedicano alla prostituzione per ragioni economiche, e gli studenti internazionali per la stessa ragione, salvo che questi ultimi hanno bisogno di molto più denaro perché debbono pagare le tasse universitarie in anticipo e perché il reddito da altri lavori, con un limite di 20 ore a settimana, è irrisorio”, scrive la studiosa.

“Quindi molti di loro restano coinvolti nel tipo di industria del sesso ad alto rischio, e questo è in gran parte perché hanno bisogno di somme enormi di denaro”. Gli studenti che lavorano nei bordelli portano con sé i libri studio e studiano negli intervalli.

Il mondo globalizzato oggi rende tutto molto meno distante, anche certi modelli. Non è forse il caso di cominciare a pensarci per tempo?