Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Un dettato al giorno alle elementari: e se lo facessimo anche in Italia?

Il ministro dell’educazione francese, Jean-Michel Blanquer, preoccupato per il progressivo peggioramento degli scolari dell’école primaire attestato dall’ultima inchiesta Pirls, ha dichiarato che quei “risultati dell’inchiesta non sono degni del nostro Paese”.

I ragazzini di quarta elementare francese sono scesi, infatti, a 511 punti contro i 520 del 2011 e sono nettamente al di sotto della media dei Paesi dell’Unione europea (540).

Dal 2001, il peggioramento dei francesi è stato costante, i punti persi 14, proprio mentre i 24 Paesi europei partecipanti all’inchiesta hanno progredito nell’insieme di 6 punti. Lo studio ha evidenziato anche tutta la difficoltà dei giovanissimi francesi ad “impadronirsi” di un testo leggendolo e di afferrarne il senso.

Senza pensarci troppo su, il ministro Blanquer in una conferenza stampa ha presentato la sua ricetta: un dettato al giorno in ogni classe. Secondo Blanquer, l’esercizio quotidiano, insieme a un’estensione delle prove di valutazione e alla promozione di alcuni libri di testo, dovrebbe servire a far fronte ai risultati “preoccupanti” dell’inchiesta Pirls.

Per risalire la china, Blanquer – un “tecnico” che prima di aderire a “En Marche!” era vicino alla destra di Alain Juppe’ – ha annunciato una serie di misure come nuove “verifiche” in prima e seconda elementare a partire dal prossimo anno scolastico. Si tratterà di testi “facili e leggeri” ma l’idea era giù stata contestata nella sostanza dai sindacati degli insegnanti.

Per il ministro “il dettato quotidiano deve diventare una realtà nelle nostre scuole elementari”, accompagnato da nuovi manuali scolastici e da un piano di formazione in lettura per gli insegnanti,

La lettura, secondo Blanquer, è una priorità, poiché è il “fondamento di tutti gli altri saperi”.

In Italia il dettato, per decenni uno strumento linguistico importante, incluso anche tra le prove dell’esame di licenza (classe quinta), è caduto in desuetudine da decenni, da quando con i programmi didattici del 1985 (trent’anni fa) lo hanno quasi liquidato con un eloquente “Dettare alla classe un argomento quale spunto per gli alunni a svolgere la loro composizione scritta non è pratica didattica accettabile se, preventivamente, non ci si sarà adoprati a far convergere su quell’argomento l’interesse degli alunni medesimi”.

Non crediamo che la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, abbia voglia di imitare il collega d’oltralpe, ma sarebbe interessante sapere cosa ne pensano gli insegnanti italiani di scuola primaria.

 

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