Un contratto separato per docenti, ce la farà il ministro?

Lo ha affermato ufficialmente il ministro Moratti a Belluria nei giorni scorsi: il prossimo contratto dei docenti sarà separato da quello del restante personale di comparto.
Soddisfatti associazioni e sindacati (Apef e Gilda) che da sempre propugnano una contrattazione atipica e autonoma che valorizzi meglio la funzione docente; contrarie quasi tutte le altre organizzazioni sindacali della scuola (Cgil-scuola in testa), perché preoccupate per la perdita di unità del comparto che rischia “una deriva corporativa” e per i possibili svantaggi del restante personale organizzato (cioè il personale Ata).
La proposta del ministro non avrà però facile attuazione, perché dovrà sottostare alle rigide procedure del decreto legislativo 165/2001 (Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165) che detta norme sull’ordinamento del lavoro nelle pubbliche amministrazioni.
L’art. 41 di questo decreto prevede infatti che le modifiche di comparti o di aree del personale per la contrattazione vengono definite da appositi accordi stipulati con le organizzazioni sindacali più rappresentative.
La sola volontà del ministro quindi non basta, e quella della controparte sindacale – almeno nella sua maggioranza – è attualmente negativa. A meno che non si modifichi il decreto…