Un contratto senza qualità?

Il ministro Fioroni ha commentato favorevolmente la sigla dell’accordo per il nuovo contratto, che a suo avviso rappresenta una autentica “inversione di tendenza“, ha detto, rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione del “fattore p come professionalità“. Ha ragione? Vediamo.
Con questo contratto agli insegnanti vengono assegnati aumenti medi di 140 euro lordi al mese, poco meno dell’aumento ad essi riconosciuto dal contratto del 2003, ma per il 2006 viene liquidata la sola indennità per vacanza contrattuale: si salta cioè un anno di rinnovo contrattuale. Inoltre i 50 euro all’ora per compensare i corsi di riparazione non sono aggiuntivi, ma vengono sottratti all’aumento delle retribuzioni. E i 220 milioni di euro già deliberati dal precedente Governo per finanziare gli incentivi (funzioni tutoriali ecc.), vengono ora spalmati a pioggia, per tutti gli insegnanti, a titolo di retribuzione della funzione docente.
L’inversione di tendenza in favore della professionalità non si colloca quindi, con tutta evidenza, sul versante retributivo.
Ma il fatto è che di inversione non si può parlare, se non in termini di vaghi auspici, neppure sul versante della valutazione delle prestazioni e del premio al merito. Nel contratto siglato dai sindacati e dall’ARAN c’è meno di ciò che era stato previsto in termini generali nel precedente contratto all’art.22, e praticamente nulla di quanto delineato dalla commissione mista sindacati-ARAN che si sforzò di tradurre tale indicazione contrattuale in proposte concrete. Proposte che furono formulate, ma che sono rimaste tutte sulla carta.