Un altro autunno caldo per la scuola?

Ma il ministro Moratti all’inizio dell’anno scolastico si trova davanti alcuni problemi più contingenti, ma che non può certo trascurare.
Taglio degli organici, blocco delle assunzioni, querelle precari storici-sissini, contestazione della sperimentazione/innovazione nella scuola primaria, controversie istituzionali con alcune Regioni (in primis l’Emilia-Romagna), faticoso avvio sperimentale dei percorsi professionali, in attesa della normativa di attuazione del “secondo canale”. E poi, proteste per il caro-libri di testo, per la carenza di docenti di sostegno, per gli errori nelle graduatorie dei CSA…
Dopo un’estate torrida, soprattutto dal punto di vista climatico, si prospetta un autunno che potrebbe essere altrettanto bollente dal punto di vista scolastico.
Il ministro ha cercato in questi giorni di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, spargendo ottimismo a piene mani. Ha assicurato che il MIUR vigilerà per far rispettare i “tetti” di spesa per i libri di testo, e che entro il 31 agosto (prima settimana di settembre per il Lazio) sarà ultimato dalle scuole polo il conferimento degli incarichi annuali di insegnamento. E’ in corso il tentativo di risolvere in via legislativa la questione dei punteggi nelle graduatorie (se ne occupa in particolare il responsabile scuola dell’UDC Beniamino Brocca), e si comincia a vedere qualche effetto positivo, in termini di efficienza, del decentramento che ha condotto alla nascita delle Direzioni scolastiche regionali.
Ma è inutile nasconderlo: la situazione non è affatto tranquilla, e l’enfasi con cui il ministro ha presentato le (non) novità è sembrata un alibi per coprire un vuoto. Sull’intera azione di politica scolastica svolta dal ministro Moratti gravano i ritardi nell’attuazione della riforma, nella predisposizione del piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, nonché la persistenza di alcuni nodi strategici ancora non sciolti (esempi: struttura del secondo canale, alternanza scuola-lavoro, stato giuridico e carriera degli insegnanti), e soprattutto le incertezze sulle risorse finanziarie effettivamente disponibili. Questioni di forte rilievo a cui fa da sfondo il pericolo che perfino le novità più condivise, inglese ed informatica, rischiano di restare sulla carta.