Ucraina, scuola al telefono con il corrispondente del Corriere della Sera dal Mar d’Azov

“Ma l’Italia cosa rischia? Scoppierà la terza guerra mondiale? Cosa succederebbe se intervenissero gli Stati Uniti?”. Le ragazze non nascondono l’apprensione: è un fuoco di fila di domande quello che ha accolto il corrispondente del Corriere della Sera dall’Ucraina, Andrea Nicastro, in collegamento telefonico con quattro classi della scuola secondaria di primo grado Faes Monforte, un’associazione che a Milano gestisce scuole paritarie dall’asilo nido ai licei, con circa 1275 studenti, a poche ore dall’inizio dei bombardamenti russi.

Una situazione del tutto inaspettata: l’incontro per parlare della crisi ucraina era slittato e solo casualmente era stato riprogrammato questa mattina poco dopo le 8, proprio quando il giornalista – raggiunto dalle prime notizie di agenzia – si era precipitato a Mariupol, sul Mar d’Azov, da Kiev, dove risiedeva. Nicastro è un inviato storico del quotidiano di via Solferino, ma pur nella concitazione di una mattinata decisiva ha trovato il tempo per collegarsi con la scuola e riferire in diretta le ultime notizie.

Sara, Vittoria, Rachele, Emma, Martina: sono un centinaio le ragazzine di 12 e 13 anni collegate dalle loro aule, due classi di terza media e due di seconda, ma tutte seguono attentissime e con trepidazione i pochi minuti che il corrispondente può dedicare loro e non sprecano l’occasione per capirne di più. “La popolazione come sta vivendo queste ore?”, “Cosa accadrebbe se il conflitto dovesse allargarsi?”, “Qual è il ruolo dei Paesi orientali?”, “Ma le sanzioni non si applicano a guerra finita?”.

Le risposte di Nicastro vengono ascoltate con l’occhio alla cartina geografica proiettata sulla Lim. “Questa notte alle 4 ora italiana, quando è iniziata l’invasione dell’esercito russo, ho lasciato Kiev per precipitarmi a Mariupol, sul Mar d’Azov, nella zona più calda”, ha raccontato il corrispondente, che però le ha rassicurate: la situazione, pur difficile, non porterà a una terza guerra mondiale, perché l’Occidente sa bene quanto sia alta la posta in gioco. Si continuerà a lavorare per via politica e diplomatica, inasprendo le sanzioni economiche e portando aiuti alle popolazioni colpite, anche se ovviamente tutto questo avrà ricadute economiche anche per l’Europa e l’Italia, a partire dalla crisi del gas. 

“È stato molto emozionante – commenta una ragazza di terza – ascoltare quello che sta accadendo in diretta, dalle parole di un protagonista, che non solo conosce questi temi ma sta vivendo la situazione in prima persona. Ci ha raccomandato di continuare a leggere i giornali: certamente lo faremo, vogliamo essere informate e capire meglio”.

Non ci aspettavamo una cosa del genere – commenta la professoressa di storia Elena Mariani, motore dell’iniziativa insieme alla giornalista del Corriere della Sera, Chiara Amati, mamma di una delle ragazze di terza, che è riuscita a coinvolgere il collega Nicastro -.  Doveva essere una semplice lezione di approfondimento con esperti, perché le ragazze da giorni mi chiedevano spiegazioni su quanto stava succedendo, ma l’esplosione del conflitto ha cambiato completamento la prospettiva. Visto l’interesse, abbiamo già in programma con la dottoressa Amati una seconda puntata per approfondire altri temi”. Anche se il pathos di parlare a sorpresa con un corrispondente da una zona di guerra sarà irripetibile.  

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