Ucraina, oltre 16mila minori accolti nelle nostre scuole. Bianchi: ‘Se la crisi perdura, la scuola ha bisogno di risorse’

“I ragazzi arrivati e validati sulle loro conoscenze, inseriti quindi in un percorso educativo, sono 16.045”. Questi i numeri degli alunni ucraini accolti nelle scuole italiane aggiornati alle 16 dello scorso 20 aprile secondo il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi,  in audizione sulle iniziative da adottarsi a favore dei bambini e degli adolescenti che si trovano in Ucraina e dei profughi minori di età provenienti da questa zona di conflitto. “Da qui a fine anno questo dovrebbe essere un dato stabilizzato. A settembre contiamo di averne sui 30mila”, ha aggiunto.

 “Circa 7000 sono bambini di scuola primaria, oltre 3000 dell’infanzia, quasi 4000 di scuola media, oltre 1000 di secondaria di secondo grado. Il 90% dei bambini dunque è fra i 3 e i 13 anni. Assumiamo che i bambini più piccoli vengano tenuti presso le famiglie; i più grandi in parte non vanno a scuola, perché in Ucraina l’obbligo termina a 14 anni”.

Sulle iniziative e sulle strategie da poter attivare con i alunni e studenti in fuga dalla guerra in Ucraina, Tuttoscuola sta realizzando webinar gratuiti con Save the Children. Il primo si è tenuto lo scorso 20 aprile, ma è possibile rivederlo cliccando qui, mentre il secondo appuntamento è in calendario per giovedì, 28 aprile, alle 17.30. E’ possibile iscriversi gratuitamente all’evento cliccando qui.

“C’è una differenza sostanziale tra questi profughi e altri – continua ancora Bianchi -. Questi profughi giungono a noi con l’intenzione di tornare a casa e con l’idea di mantenere una continuità educativa rispetto a quanto questi alunni fanno nelle loro scuole. Una raccomandazione che proviene anche dal ministro dell’Istruzione ucraino.

“Siamo in dialogo continuo con le autorità ucraine, ma è chiaro che le nostre scuole hanno fatto uno sforzo eccezionale di accoglienza. Si tenga conto che questi ragazzi usano un altro alfabeto. Abbiamo dovuto reinventare la didattica di aula. Stiamo affrontando questa fase con l’uso massiccio del personale Covid, che non avremo più in settembre. Abbiamo un problema di personale, ma non possiamo pensare di affrontare una crisi di questo tipo sempre facendo leva sull’entusiasmo degli insegnanti. Se la crisi ucraina perdura, la scuola italiana ha bisogno di risorse”, ha aggiunto. “Nella nuova legge di bilancio bisogna mettere più risorse per la scuola – ha ribadito il Ministro –  lo dico in maniera chiara. A settembre non ci sarà più il personale Covid con il quale abbiamo finora affrontato l’emergenza Ucraina. Serve personale mirato”

E torna a parlare della scuola d’estate, il Ministro, dove ci saranno numerose attività dedicate all’inclusione degli alunni ucraini, sia sul fronte della socializzazione che su quello linguistico. E proprio per la parte di assistenza linguistica, il Ministero dell’Istruzione ha predisposto un milione di euro. 

I genitori ucraini, tenendo presente che la maggior parte delle persone arrivate in Italia sono donne e bambini, stanno soffrendo di fortissime divisioni, noi dobbiamo dare continuità rispetto al percorso in Ucraina perché è necessario che ritornino. La permanenza lunga è un tema che si stanno ponendo le autorità ucraine e quelle europee anche perché la ricostruzione delle scuole in Ucraina sarà un processo lungo. Altro problema è considerare che l’obbligo scolastico in Ucraina è a 14 anni, da noi a 16″. 

Abbiamo cercato un rapporto con le comunità ucraine sul territorio per la mediazione culturale. Quanto alla formazione, una parte del Piano Estate servirà a questo. L’anno scorso nel Piano ci credevano in pochi ma è stato uno straordinario successo. Abbiamo potuto aprire il 21 settembre le scuole grazie ai progetti che si sono conclusi d’estate. Il tema della formazione dei docenti è il perno dell’azione di governo.

“Abbiamo uno stretto rapporto con Unicef, ci sono cose che possono fare più velocemente di noi”. 

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