Tuttoscuola: Berlinguer contro la discriminazione dei docenti delle paritarie/1

Arrivano consensi da Scelta Civica, Lega, Per l’Italia, Pd, a favore del bonus anche per il corpo docente non statale

Tuttoscuola prosegue la sua campagna per sostenere il diritto da parte dei docenti delle scuole paritarie di usufruire del bonus di 500 euro che la Legge 107/2015 ha previsto per la formazione in servizio e l’aggiornamento professionale del corpo docente.

Tale campagna punta sia a riconoscere e valorizzare il ruolo educativo e formativo svolto dalle scuole paritarie in Italia, sia a impedire che nascano docenti di serie A e docenti di serie B, discriminati perché insegnanti di scuole non statali.

E in questi giorni la nostra campagna ha trovato nuovi sostenitori.

Luigi Berlinguer, Pd, ex ministro dell’Istruzione, tra i principali artefici della legge di attuazione costituzionale che disciplina le scuole paritarie: “Non credo sia giusto considerare solo i docenti delle scuole statali come destinatari del bonus per l’autoformazione. Il sistema scolastico è uno, come definito dalla legge 62 del 2000. La mia opinione è che gli studenti delle scuole paritarie devono poter esser considerati studenti, ma anche “esseri umani” come gli altri studenti e titolari del sacrosanto diritto di imparare nel miglior modo possibile. Così rischiano di subire un trattamento non equo, discriminante: la scuola è scuola ovunque si tiene, anche se si svolge nel deserto o su una montagna; a maggior ragione se l’attività viene svolta in un’aula, qualunque sia il gestore: la scuola è scuola. Il pluralismo sancito nella e dalla Costituzione, che assicura ai privati il diritto di istituire una scuola, non è una concessione dello Stato, ma un diritto, che garantisce che nel medesimo Stato convivano scuole diverse.  Questa opportunità sottolinea come, qualunque sia il gestore, a condizione che esistano qualità e rispetto della funzione educativa, la scuola è scuola e va rispettata in quanto tale. Pertanto la funzione educativa è pubblica SEMPRE, sia nel caso in cui sia svolta in una struttura comunale, statale, o paritaria, in cima  a una montagna e in mezzo al mare. Se questa è la premessa, è assolutamente necessario che il docente abbia una formazione adeguata, a prescindere da chi lo deve retribuire e dalla sua condizione di professionista, cioè a prescindere da dove l’attività di insegnamento e formazione viene svolta. Pertanto, il bonus non deve essere considerato come un fondo retributivo, bensì come un investimento nella costruzione della personalità intellettuale del docente. Da ministro provai a istituire un bonus analogo. Per questo saluto e sostengo  con grande convinzione questa idea, ma essa deve andare nell’ottica della costruzione culturale dell’uomo e della donna che svolgeranno la funzione docente e pertanto non deve essere considerata come una mercede che retribuisce il lavoro di docente. Deve essere al contrario un’iniziativa che permette alla persona di arricchire la propria cultura. Trovo quindi singolare assicurare in alcune scuole questo obiettivo e in altre no. Una caratteristica della legge 62/00 è relativa all’obbligo che i docenti delle scuole paritarie avessero la medesima formazione professionale e che i gestori di quelle stesse scuole non potessero attingere ad un bacino di persone che non avessero tale certificazione. Se il bonus è orientato alla definizione della personalità di colui che si deve impegnare nella funzione docente e non è quindi rivolto alla professionalità, essa deve assicurare un contributo alla personalità. Per questo ripeto che il bonus deve essere rivolto a tutti. Oggi in Italia non è facile parlare distesamente di scuola paritaria. Non si può tuttavia non prestare la dovuta attenzione all’aspetto personale del docente, prima ancora che al professionista”.