Tutto il decreto minuto per minuto
Aggiornamenti in sequenza sulliter di approvazione del decreto sul primo ciclo di istruzione.
Venerdì 23 gennaio, ore 13,15
Approvato dal Consiglio dei ministri il decreto. Anche l’Udc d’accordo
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione, dopo aver ricevuto il richiesto parere favorevole delle Commissioni parlamentari (22 gennaio 2004) e della Conferenza unificata (10 dicembre 2003).
Il decreto legislativo dovrà essere pubblicato ora in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione (prevista entro la prima decade di febbraio).
Il decreto prevede che le disposizioni di attuazione per i tre settori scolastici interessati (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado) si avviino dal prossimo anno scolastico 2004-2005. Alcune norme avranno tuttavia effetto immediato.
Molti occhi erano puntati sull’Udc che aveva presentato in Commissione parlamentare un elenco di modifiche al testo. Il partito di Follini, già dichiaratosi parzialmente soddisfatto di alcuni risultati ottenuti in commissione parlamentare, deve aver valutato che alcuni aspetti del decreto, definiti con genericità, sono compatibili con le proprie tesi e possono essere applicati concretamente secondo questa interpretazione.
In questo senso sembra che il ministro Giovanardi abbia strappato precisi impegni alla collega Moratti insieme alla quale, a riprova dell’intesa raggiunta, si è presentato in conferenza stampa ad illustrare il provvedimento.
Venerdì 23 gennaio, ore 10,30
Il decreto approda in Consiglio dei Ministri
Ora è certo. Si discute oggi nella riunione del Consiglio dei ministri il testo del decreto legislativo di riforma della scuola dell’infanzia e della scuola del primo ciclo di istruzione.
Inizialmente non previsto, il decreto è stato inserito all’ultimo momento tra gli argomenti all’ordine del giorno.
Sembrano quindi fugati i dubbi e le incertezze che avevano segnato la giornata di ieri, quando non era certo che venisse messo in discussione.
Al momento, l’attenzione è tutta sul testo definitivo del decreto: sarà approvato solamente con gli emendamenti proposti dalle Commissioni parlamentari o rimangono ancora alcuni margini di manovra per apportare ulteriori correzioni?
Venerdì 23 gennaio, ore 7,30
Ombre vere e ombre false sul decreto
A poche ore dall’inizio della seduta del Consiglio dei Ministri – convocato per oggi venerdì alle 9,30 – che potrebbe includere nella discussione anche il decreto di riforma (non elencato tra gli argomenti all’ordine del giorno), incombono sul futuro del provvedimento alcune ombre.
La prima è frutto di una forzatura interpretativa relativa alla presunta bocciatura del decreto da parte della Commissione Bilancio del Senato che oggi, comunque, occupa le pagine di alcuni organi di informazione e che serve ad alimentare le posizioni fortemente critiche verso la riforma.
Il parere della Commissione è stato infatti favorevole ma condizionato: il Governo dovrà correggere due passaggi del testo relativi alla generalizzazione delle scuole dell’infanzia e all’attuazione degli antici di iscrizione (correzioni che risulta siano già state inserite nel testo all’esame del Consiglio).
La seconda, molto più consistente, è quella del dubbio di costituzionalità del decreto che il Governo si prepara ad approvare.
Tuttoscuola aveva raccolto questo timore nelle settimane scorse. La recente sentenza della Corte costituzionale, che ha accolto il ricorso della Regione Emilia Romagna contro una norma della Finanziaria 2002, ha affermato che, in base al nuovo Titolo V della Costituzione (legge n. 3/2001), lo Stato, in materia di istruzione, non può legiferare su aspetti che ricadono sulla legislazione concorrente Stato-Regioni. Il decreto, insomma, potrebbe correre lo stesso rischio per essere sceso nel dettaglio anziché attenersi ai principi fondamentali.
Sembra che già la Regione Friuli Venezia Giulia si prepari ad impugnare, per le stesse ragioni dell’Emilia Romagna, il decreto non appena sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Negli ambienti governativi viene ostentata sicurezza sul problema, e si fa notare che il decreto è passato al vaglio della Conferenza Stato-Regioni ottenendo l’assenso con emendamenti accolti.
Giovedì 22 gennaio, ore 21,30
Il giallo del parere della Commissione Bilancio
Nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 22 gennaio, alcune notizie di agenzia avevano parlato di parere non favorevole espresso dalla Commissione Bilancio del Senato sullo schema di decreto.
La notizia era immediatamente rimbalzata su vari organi di informazione, diventando seccamente “la commissione Bilancio boccia il decreto Moratti”. Cosa è successo effettivamente?
Alcuni parlamentari della minoranza avevano giudicato non regolamentare il metodo adottato dalla Commissione Istruzioni del Senato che aveva voluto esprimere il parere sul decreto legislativo prima di assumere le valutazioni della Commissione Bilancio, e avevano evidenziato nel parere di quest’ultima, espresso il giorno dopo, alcune osservazioni critiche sul testo in esame.
Critiche al decreto? Il passo è breve e subito si è parlato di bocciatura.
A dire il vero le cose non stanno proprio così, come si può evincere dalla lettura del parere della Commissione Bilancio del Senato.
Si esprime infatti parere favorevole ma si pongono due condizioni di necessaria modifica al testo del decreto: per la generalizzazione delle scuole dell’infanzia occorre prevedere appositi ulteriori decreti legislativi con relativa copertura finanziaria; gli anticipi di iscrizione devono essere maggiormente diluiti nel tempo. Un parere favorevole condizionato non è un parere negativo.
A quanto risulta a Tuttoscuola tali condizioni sono già state recepite nel testo riformato che verrà inviato al Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva.
Ma, mentre un giallo si scolora, un altro assume toni accesi: perché l’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di domani, venerdì 23 gennaio, non è ancora stato diramato?
Il responsabile scuola di Forza Italia, Mauro, ha precisato che il decreto non è compreso all’ordine del giorno ma che domani sarà comunque trattato. Strano, no?
PARERE DELlA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO SUL DECRETO SULLA SCUOLA DELL’INFANZIA E IL CICLO PRIMARIO
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato lo schema di decreto in titolo, nel presupposto che non derivino effetti finanziari per il bilancio dello Stato dalla possibilità di stipulare contratti di prestazione d’opera, di cui agli articoli 7, comma 4, e 10, comma 4, esprime per quanto di propria competenza, osservazioni favorevoli a condizione di introdurre le seguenti modificazioni:
-riformulare gli articoli 1, comma 2, e 12, comma 2, nel senso di prevedere che la generalizzazione dell’offerta formativa e la possibilità di frequenza della scuola dell’infanzia sia assicurata attraverso ulteriori decreti legislativi di cui all’articolo 1 della legge n. 53 del 2003, che al comma 8 prevede che i decreti legislativi la cui attuazione determini nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica siano emanati solo successivamente all’entrata in vigore di provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie;
-prevedere forme di modulazione delle anticipazioni delle iscrizioni di cui agli articoli 2 e 6 che si estendano anche oltre il triennio 2004-2006, richiamato dalle disposizioni transitorie di cui agli articoli 12, comma 1, e 13, comma 1, in relazione all’esigenza di assicurare il rispetto dei limiti di spesa indicati dall’articolo 15.
Giovedì 22 gennaio, ore 19,30
Attesa per il Consiglio dei Ministri di domani
A poche ore di distanza dal Consiglio dei ministri, convocato per il venerdì 23 gennaio, regna ancora grande incertezza sull’inserimento all’ordine del giorno del testo definitivo del decreto legislativo sul primo ciclo. Il comunicato stampa della Presidenza del Consiglio non dà indicazioni in proposito, ma col trascorrere delle ore si va diffondendo l’impressione che qualche ulteriore ostacolo potrebbe rallentare la marcia del decreto.
Intanto c’è il problema tecnico, non lieve, dell’introduzione nel testo definitivo di una serie di modifiche, derivanti dalle osservazioni formulate dalla Commissioni della Camera e del Senato, il cui parere non è vincolante, ma è comunque impegnativo. Le modifiche sono poco rilevanti sul piano politico (le proposte emendative più incisive dell’UDC sono state solo parzialmente recepite), ma non su quello tecnico, che richiede molta attenzione anche per gli aspetti formali.
Ma, anche ammesso che il testo sia approntato in tempo per il Consiglio dei ministri, due incognite continueranno a gravare sull’andamento dei lavori: la posizione che assumeranno i ministri dell’UDC, le cui riserve hanno avuto poco spazio nei pareri delle Commissioni parlamentari, e potrebbero quindi riemergere in sede governativa, e le valutazioni che saranno fatte dal ministro dell’economia, che potrebbe chiedere ulteriori chiarimenti sull’effettiva portata del decreto dal punto di vista degli oneri finanziari (non c’è, per esempio, un tetto alle richieste di “tempo pieno” da parte delle famiglie).
Insomma, non è detto che anche in caso di inserimento del decreto all’ordine del giorno non possano intervenire complicazioni, come già accadde, per motivi analoghi, in occasione della discussione della prima stesura dello schema di decreto, la cui approvazione finì allora per slittare di due mesi.
Giovedì 22 gennaio, ore 16,30
Le Commissioni Bilancio danno l’ok al decreto
Anche le Commissioni Bilancio della Camera e del Senato hanno espresso parere favorevole per lo schema di decreto legislativo di attuazione della riforma.
La Commissione del Senato lo ha fatto questa mattina (ieri sera la senatrice Soliani aveva protestato per il fatto che la Commissione Istruzione si era pronunciata senza conoscere la posizione di quella del Bilancio) dando il via libera allo schema.
La Commissione Bilancio della Camera lo aveva già fatto ieri, mettendo il proprio parere a disposizione della Commissione Istruzione.
Vi era stato il dubbio che gli emendamenti introdotti dalla Conferenza unificata il 10 dicembre scorso potessero determinare oneri imprevisti, ma il ministero dell’Economia ha fornito assicurazioni in tal senso e la Commissione ha dato il via libera.
La Commissione, nel dare il proprio parere favorevole, ha ricordato al Governo che successivi interventi amminsitrativi che potranno determinare nuovi oneri sui futuri bilanci dovranno consentire il preventivo controllo parlamentare.
Giovedì 22 gennaio, ore 11,30
Le proposte della Camera per il decreto di riforma
Anche la VII Commissione della Camera, nel formulare il proprio parere favorevole allo schema di decreto legislativo per la riforma, fa proprie tutte le integrazioni concordate al testo in sede di Conferenza unificata nel dicembre scorso: tempo scuola e mensa in primis.
Come al Senato, si propone di affidare anche al Consiglio di circolo/istituto il compito di definire i criteri per l’assegnazione dei docenti alle classi, nella scuola primaria, da parte del dirigente scolastico.
La Commissione Istruzione della Camera, come quella del Senato, propone di aggiungere tra le norme transitorie alcune disposizioni riferite alla scuola secondaria di I grado che consentano di mantenere gli attuali assetti organici con gli adattamenti di orario che le scuole, nella loro autonomia organizzativa e didattica, riterranno opportuni.
Viene proposto di ridefinire entro un anno le classi di abilitazione all’insegnamento in coerenza con i nuovi piani di studio della secondaria di I grado.
La Commissione ha recepito nel testo di parere l’emendamento al decreto (art. 14 bis) che conferma per il prossimo anno scolastico il numero di posti già attivati complessivamente nel 2003-04 per le attività di tempo pieno e di tempo prolungato.
Giovedì 22 gennaio, ore 9,30
Decreto, anche la Camera approva. No agli emendamenti Udc
In un clima molto teso tra maggioranza e opposizione, mentre nella piazza di Montecitorio si svolgeva un sit-in a difesa della scuola pubblica, la Commissione Istruzione della Camera ha licenziato in nottata il proprio parere favorevole sullo schema di decreto legislativo per la riforma nel primo ciclo di istruzione.
Le proposte di correzione del testo avanzate dall’Udc e sostanzialmente condivise dall’opposizione non sono state accolte.
Sono state confermate tutte le modifiche al testo già introdotte dalla Conferenza unificata nel dicembre scorso, riguardanti il tempo scuola fino a 40 ore settimanali e l’assistenza gratuita alla mensa (temi ancora dibattuti nelle scuole e oggetto di manifestazioni da parte dei comitati per la difesa del tempo pieno).
L’Udc ha votato sì, “seppure – ha detto l’on. Michele Ranieli – con dubbi e perplessità per le lacune che secondo noi non sono state colmate, per cui siamo soddisfatti solo in parte”.
Il partito di casini e Follini ha lasciato intendere che ripresenterà le sue proposte di emendamento allo schema di decreto nella seduta del Consiglio dei Ministri che dovrà adottare in via definitiva il provvedimento.
La partita quindi non è ancora chiusa, perché i pareri espressi dalle commissioni parlamentari non sono vincolanti per il Governo che potrebbe (teoricamente) assumere posizioni diverse da quelle convenute dalla sua maggioranza in Parlamento.
Non è ancora certo che sarà il Consiglio dei Ministri di venerdì 23 gennaio ad esaminare lo schema di decreto.
Giovedì 22 gennaio, ore 8,30
Le osservazioni del Senato sullo schema di decreto
Sono nove le osservazioni espresse dalla Commissione Istruzione del Senato sullo schema di decreto legislativo relativo al primo ciclo di istruzione, che nel tardo pomeriggio di ieri ha dato l’ok al decreto a maggioranza.
Due osservazioni riguardano la scuola dell’infanzia per la quale la Commissione invita il Governo ad assicurare la costituzione dell’organico di istituto e, per quanto riguarda l’anticipo di iscrizione, a favorire l’omogeneizzazione della distribuzione del servizio sul territorio.
Quattro osservazioni riguardano la scuola secondaria di I grado per la quale, nella fase transitoria, la Commissione ritiene indispensabile procedere con gradualità, confermando l’attuale assetto organico, affidando alle istituzioni scolastiche il compito di provvedere in autonomia alla configurazione oraria delle cattedre e al riutilizzo interno delle ore d’insegnamento in diminuzione per i nuovi quadri orario, e prevedendo entro un anno la ridefinizione delle classi di abilitazione all’insegnamento.
Per la scuola primaria la Commissione ritiene indispensabile che anche il consiglio di circolo/istituto sia direttamente coinvolto nella definizione dei criteri generali per l’assegnazione dei docenti alle classi da parte del dirigente scolastico.
Un’osservazione riguarda la provincia di Trento per la quale viene fatta salva la gradualità di avvio della riforma, a seguito di una specifica intesa intercorsa con il Miur.
In fatto di gradualità la Commissione invita il Governo a procedere gradualmente nell’attuazione della riforma, anche con riferimento all’adozione dei libri di testo.
L’ultima osservazione riguarda il tempo dedicato alla mensa per il quale la Commissione ha ritenuto eccessiva la quantificazione in 10 ore medie settimanali, invita il Governo a chiarire che in tale orario sono comprese anche altre attività educative.
Da notare infine che nel testo ufficiale definitivo del parere è stato inserita un’altra osservazione che riguarda gli esami idoneità alla scuola primaria, per i quali si cheide di non porre un limite di età. Tradotto, ciò significa far rivivere le primine.
Mercoledì 21 gennaio, ore 23,00
Anche la Camera approva. Ignorati gli emendamenti Udc
In un clima molto teso tra maggioranza e opposizione, mentre nella piazza di Montecitorio si svolgeva un sit-in a difesa della scuola pubblica, la Commissione Istruzione della Camera ha licenziato in nottata il proprio parere favorevole sullo schema di decreto legislativo per la riforma nel primo ciclo di istruzione.
Le proposte di correzione del testo avanzate dall’Udc e sostanzialmente condivise dall’opposizione non sono state accolte.
Sono state confermate tutte le modifiche al testo già introdotte dalla Conferenza unificata nel dicembre scorso, riguardanti il tempo scuola fino a 40 ore settimanali e l’assistenza gratuita alla mensa (temi ancora dibattuti nelle scuole e oggetto di manifestazioni da parte dei comitati per la difesa del tempo pieno).
L’Udc ha lasciato intendere che ripresenterà le sue proposte di emendamento allo schema di decreto nella seduta del Consiglio dei Ministri che dovrà adottare in via definitiva il provvedimento.
La partita quindi non è ancora chiusa, perché i pareri espressi dalle commissioni parlamentari non sono vincolanti per il Governo che potrebbe (teoricamente) assumere posizioni diverse da quelle convenute dalla sua maggioranza in Parlamento.
Non è ancora certo che sarà il Consiglio dei Ministri di venerdì 23 gennaio ad esaminare lo schema di decreto.
Mercoledì 21 gennaio, ore 18,30
Il Senato dice sì. Maggioranza e opposizione su fronti contrapposti
Nel tardo pomeriggio di oggi la Commissione Istruzione del Senato ha espresso il parere sullo schema di decreto legislativo sulla scuola dell’infanzia e sul primo ciclo di istruzione.
Il parere della Commissione della Camera è atteso in tarda serata.
Maggioranza e opposizione al Senato hanno viaggiato su linee nettamente divergenti senza trovare intese su emendamenti comuni.
Il parere votato dalla maggioranza conferma e accoglie le modifiche già acquisite nel parere della Conferenza unificata del 10 dicembre scorso, tra cui quelle sul tempo scuola e sull’assistenza gratuita alla mensa che aveva creato attese delle famiglie.
La proposta della minoranza prevedeva il ritiro del decreto o in subordine il rinvio della sua applicazione all’anno scolastico 2005-2006, anziché, come previsto, dal prossimo anno 2004-2005.
La minoranza ha chiesto che, comunque, il decreto non si applichi dal prossimo anno scolastico almeno per la quarta e quinta classe della scuola primaria.
Si attende ora il parere della VII Commissione della Camera dove nel corso del dibattito era emersa, all’interno della maggioranza, una posizione diversa da parte dell’Udc che aveva trovato attenzione interessata da parte dell’opposizione.
Sarà interessante vedere se, in questo caso, verranno mantenute le posizioni contrapposte registrate al Senato o interverranno intese trasversali.
Mercoledì 21 gennaio, ore 17,30
E’ Brocca l’uomo del decreto
L’Udc in Commissione Istruzione della Camera interviene con l’on. Michele Ranieli che, pur con parole di apprezzamento per lo schema di decreto legislativo presentato dal Governo, fa calare carte pesanti per gli emendamenti. Si sente che dietro le sue proposte vi è la posizione del responsabile scuola del suo partito, l’on. Beniamino Brocca, ex-sottosegretario all’Istruzione negli anni ’90.
Brocca nei mesi scorsi si è reso protagonista di una iniziativa critica nei confronti del decreto, con un convegno dal titolo eloquente, “Punto per punto” e da una serie di interventi che hanno riscosso attenzione e consenso dentro e fuori la maggioranza.
Ora passa all’incasso con una raffica di emendamenti che, se accolti (ma quanto pesa l’Udc dentro la maggioranza?), potrebbero cambiare radicalmente il decreto e riaprire i rapporti di contrattazione con l’opposizione. Il che non è sicuramente facile, anche se alcuni cambiamenti avrebbero l’effetto di attenuare le tensioni oggi presenti nella scuola.
In modo particolare gli emendamenti Udc sono relativi, tra l’altro, all’articolo 7 dello schema di decreto (scuola primaria) che si vorrebbe radicalmente cambiare, con ritorno sostanziale agli attuali assetti dei moduli didattici e della collegialità dei docenti.
Il confronto in Commissione alla Camera e al Senato è ancora in corso ed è previsto che la discussione vada in notturna.
A dire il vero i sessanta giorni di tempo assegnati per la pronuncia di parere sono già scaduti da un paio di giorni, ma tutti i parlamentari delle Commissioni hanno ritenuto opportuno procedere nell’esame per arrivare alla pronuncia.
Mercoledì 21 gennaio, ore 12,00
Gli emendamenti dell’Udc fanno colpo sull’opposizione
In Commissione Istruzione della Camera l’Udc rompe sulla “blindatura” del decreto e tende una mano all’opposizione.
L’on. Michele Ranieli dell’Udc (uno dei gruppi di maggioranza), pur apprezzando sostanzialmente l’impianto complessivo dello schema di decreto e le principali proposte in esso contenute, ha comunque presentato una serie di possibile modifiche che hanno colpito l’attenzione anche dell’opposizione.
Non si tratta di modifiche marginali, perché riguardano il tema docenti della primaria, l’opzione della lingua comunitaria (non solo inglese), le figure professionali nella scuola dell’infanzia, gli orari dell’attività didattica.
L’on. Sasso ha dichiarato che la posizione di intransigente contrarietà allo schema di decreto da parte del gruppo DS di cui è rappresentante, potrebbe essere modificata se gli emendamenti dell’Udc fossero accolti in sede di approvazione finale del parere.
Mercoledì 21 gennaio, ore 10,00
Il decreto raccoglie emendamenti e va verso il parere favorevole
In giornata dovrebbe esserci la pronuncia definitiva delle Commissioni Istruzione della Camera e del Senato sullo schema di decreto legislativo per l’attuazione della riforma nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo d’istruzione.
Sembra che il testo iniziale, già corretto da alcuni importanti emendamenti della Conferenza unificata, abbia compreso all’ultimo momento alcune ulteriori integrazioni, suggerite dallo stesso ministero (che aveva sentito esponenti del mondo della scuola), relativamente alla scuola secondaria di I grado, rimasta in questi mesi un po’ nell’ombra perché la scena era stata occupata dalla scuola primaria e dai suoi problemi (tutor, tempo pieno, mensa, ecc.).
L’emendamento dovrebbe riguardare una norma transitoria che consente il passaggio graduale al nuovo ordinamento, conservando gli attuali assetti di organico, in attesa che siano ridefinite le classi di concorso.
La norma proposta dovrebbe evitare di provocare scompiglio tra i docenti della scuola media (educazione tecnica in primis), salvaguardando comunque i nuovi obiettivi formativi previsti dalla riforma.
Spetterebbe alle scuole, nella loro autonomia organizzativa, trovare i modi per valorizzare adeguatamente le competenze professionali di cui dispongono, in funzione delle nuove finalità curricolari previste dalle Indicazioni nazionali.
Mercoledì 21 gennaio, ore 8,00
È scontro in Commissione sul parere per il decreto
Assente il ministro Moratti per indisposizione, sostituita dal sottosegretario Aprea, si è svolto ieri, martedì 20 gennaio, il dibattito in Commissione Istruzione della Camera fino a notte fonda.
I toni sono stati aspri con forti contrapposizioni degli schieramenti che sono andati oltre il merito della materia oggetto di discussione.
Il sottosegretario Aprea è intervenuta cercando di ammorbidire i toni del confronto, sostenendo che su tempo pieno, tempo prolungato e assistenza alla mensa i chiarimenti e le rassicurazioni sono venuti già da tempo e formalmente concordati anche in sede di Conferenza unificata.
Ha rassicurato circa il mantenimento della collegialità del team degli insegnanti di scuola primaria, ma ha anche ricordato che il modello dei moduli (tre docenti su due classi) è stato abrogato fin dal settembre 2000.
Ha anche rinviato alle disposizioni transitorie (che saranno ulteriormente ampliate) una serie di interventi tesi a rendere graduale e funzionale il passaggio al nuovo ordinamento.
Insomma un intervento da pompiere che serve forse a spegnere i focolai di incendio soprattutto all’interno della maggioranza e garantire un passaggio indolore al decreto.
Restano infatti aperte le incognite sull’atteggiamento che l’Udc intenderà assumere sul parere conclusivo in Commissione e sull’approvazione del decreto in Consiglio dei ministri.
Le Commissioni istruzione della Camera e del Senato, dopo le relazioni conclusive, voteranno il parere (non vincolante per il Governo) sullo schema di decreto.
Nelle ultime ore sono state operate ulteriori integrazioni al testo, dopo quelle proposte il 10 dicembre scorso dalla Conferenza unificata Stato-Regioni-Città.
Il decreto, nel nuovo testo emendato, potrebbe essere già presentato per la sua approvazione definitiva nel Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo, per poi essere formalmente approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale nelle prossime settimane.
Resta l’incognita della posizione che assumerà l’opposizione parlamentare che potrebbe optare tra un’intransigente pregiudiziale al testo e la disponibilità a migliorarne alcune parti.
Lifting o radicale cambiamento?
Vi sono dunque alcune ultime occasioni per cambiare, dopo di che il testo diventerà norma definitiva, aprendo sostanzialmente e concretamente l’avvio della riforma.
Gli irriducibili del fronte dell’opposizione e in non entusiasti all’interno della maggioranza possono soltanto sperare nelle commissioni parlamentari o, ultimissima spiaggia, nel Consiglio dei ministri, oppure in un rinvio di approvazione da parte di quest’ultimo che consenta di arrivare alla verifica politica di Governo e a possibili cambiamenti a Viale Trastevere, tanto da consentire la riapertura dei giochi.
Altrimenti, rien ne va plus.
Potranno soltanto esserci ricorsi e impugnative per presunti vizi di legittimità costituzionale del decreto, come qualcuno ha già fatto intendere.
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