Tutor/3: quale possibile via d’uscita?

La situazione di stallo che si registra nella trattativa sul tutor è determinata da posizioni apparentemente inconciliabili: accordo di natura transitoria fino al 31 agosto 2005 sul presupposto della sperimentalità della riforma, o accordo correlato al principio secondo il quale ogni contratto produce effetti fino a quando non subentra un nuovo contratto.
Ciascuna delle due posizioni ha puntuali ricadute. La trattativa a termine significa che scaduto l’anno di riferimento la riforma entra in vigore. Nell’altra ipotesi, il processo attuativo incontrerebbe il limite dell’accordo la cui mancanza impedirebbe l’entrata in vigore della legge.
Situazione davvero paradossale di una legge disapplicata prima ancora di entrare in vigore. Quale possibile via d’uscita? Forse l’impegno formale delle parti di rinegoziare le questioni in discussione alla luce da un lato degli esiti della funzione tutoriale svolta con modalità sperimentali e flessibili, secondo criteri generali definiti dal collegio dei docenti, e dall’altro degli impegni finanziari connessi al finanziamento dei nuovi istituti, potrebbe costituire una base per un compromesso capace di restituire un minimo di certezza e di serenità a chi quotidianamente è impegnato nella prestazione dell’insegnamento.