Troppi giorni persi durante l’inverno, a Niscemi si torna a scuola a luglio. Studenti: ‘Giù le mani dalla nostra estate’

Il mancato funzionamento dell’impianto di riscaldamento lo scorso inverno ha costretto a casa gli studenti facendo perdere loro troppi giorni di scuola. L’anno scolastico rischia quindi di non essere valido, così viene emesso un ordine di servizio per far tornare a scuola ragazzi e insegnanti dal 17 al 27 luglio e recuperare i giorni persi. Accade all’Istituto di Istruzione superiore “Leonardo Da Vinci” di Niscemi, in provincia di Caltanisetta. Studenti in agitazione: “La nostra estate non si tocca”.

“La anormalità che diventa normalità nelle nostre scuole, con tanto di rischio di far invalidare l’anno scolastico e i risultati degli scrutini: direi che è una situazione drammatica del nostro sistema scuola”. Lo afferma all’Adnkronos, Elisabetta Scala, vicepresidente del Moige in merito a quanto deciso dal preside della scuola di Niscemi. “È grave che le scuole si trovino in queste condizioni – continua Scala – si rischia di arrivare a non convalidare l’anno scolastico e certo non per imperizia degli insegnanti. Non è la prima scuola il cui impianto di riscaldamento sia rotto o che non funzioni a dovere e questo non dovrebbe accadere affatto”.

“Mi chiedo inoltre in tutta questa confusione e disorganizzazione in cui versano le scuole – conclude Scala – come faranno ad occuparsi anche della questione vaccini? Hanno sì un anno di tempo per adeguarsi ma riusciranno in questa inefficienza esistente ad organizzarsi a dovere?”.

“C’è un’ispezione in corso e per ruolo istituzionale non intendo parlare della vicenda, e non lo faro'”. Intanto si chiude dietro a un ‘no comment’ il professore Ferdinando Cannizzo, preside dell’istituto “Leonardo Da Vinci”, di Niscemi. “Una cosa però – aggiunge il preside parlando con l’ANSA – ci tengo a dirla: di fronte a un inverno rigido e a delle difficoltà reali non si è perso un giorno di scuola. E questo grazie al grande senso di responsabilità di studenti, genitori, professori e personale Ata. Hanno dimostrato con i fatti di tenere veramente al diritto allo studio”.

Ma gli studenti non ci stanno. Proprio l’Unione studenti siciliani infatti annuncia contestazioni su quello che chiamano “l’abuso di Niscemi“. In 32 giorni, tra dicembre e febbraio, avrebbero accumulato 60 ore in meno, in virtù dei 20 minuti di riduzione per ogni ora di attività didattica decisa dal consiglio d’istituto per ridurre i disagi dei ragazzi. Se non dovessero presentarsi, i docenti rischiano di dover restituire 500 euro, gli studenti l’annullamento dell’anno scolastico a scrutinio già avvenuto e con le famiglie in partenza per le ferie estive. “La scuola deve mettere in condizioni ottimali lo studente per poter apprendere – sostiene l’Unione studenti di Sicilia – ed è inconcepibile che a causa di problemi di riscaldamento gli studenti debbano impiegare la loro estate sui banchi di scuola. Il diritto all’estate, il diritto a delle strutture idonee non possono essere più negati”. La portavoce della sede di Catania dell’Unione studentesca, Sara Zappulla, ha annunciato un’azione dimostrativa, davanti all’istituto “Leonardo da Vinci”, se il preside, Cannizzo, non ritirerà il provvedimento. Contatti sono stati avviati con i sindacati per una iniziativa comune.