Tornano gli esami di riparazione?

Non ci sono conferme, ma secondo alcune voci il ministro della PI Fioroni starebbe prendendo in seria considerazione l’ipotesi di ristabilire l’esame di riparazione nelle scuole secondarie superiori, almeno per gli ultimi tre anni.

In questo modo, dicono a viale Trastevere, il problema dei “debiti“, che il ministro vuole che siano saldati di anno in anno, sarebbe risolto alla radice, perché delle due l’una: o l’allievo supera l’esame, e con ciò salda il debito, oppure non lo supera, e ripete l’anno.

Il ripristino degli esami a settembre riporterebbe a prima della stagione delle (tentate) riforme, che ha caratterizzato i governi della cosiddetta “seconda Repubblica“: un ritorno a prima delle riforme Berlinguer e Moratti, che si è registrato anche con la reintroduzione dell’ammissione all’esame di maturità (soppressa da Berlinguer) e con il ristabilimento degli istituti tecnici e professionali, effettuato con la legge n. 40/2007 (Bersani).

Gli esami di riparazione, soppressi da Francesco D’Onofrio, ministro dell’istruzione nel primo governo Berlusconi (1994), non sono stati ripristinati né dal centro-sinistra (Berlinguer sosteneva che il recupero dei debiti si fa sempre, durante tutto l’anno), né dal centro-destra, che aveva proposto i LARSA (Laboratori per il Recupero e il Sostegno dell’Apprendimento). Formule più o meno fallite, o neppure attuate, come i LARSA, a fronte delle quali il fenomeno dei “debiti” aveva assunto dimensioni enormi, come mostrato anche nel primo “Rapporto sulla qualità nella scuola” di Tuttoscuola (41,9%). Debiti, stando alle numerose testimonianze degli stessi insegnanti, quasi mai saldati, e che inducono molti di loro – come risulta anche da una mini indagine condotta in questi giorni da “Tuttoscuola” – ad accogliere con favore la prospettiva del ripristino degli esami a settembre.