Tik Tok: un dramma su cui riflettere

L’assurda morte della piccola Antonella, vittima di un gioco-sfida portato al limite estremo non può lasciare indifferenti le coscienze di tanti e, in particolare, di chi quotidianamente vive a contatto con i ragazzi, di chi dell’educazione dei più giovani ha fatto la propria ragione di vita o di chi, per professione, raccoglie da loro, oltre a riscontri di apprendimento, anche racconti di esperienze, interrogativi sui perché della vita.

È necessario che la scuola si interroghi, non tanto per chiedersi se per casi del genere abbia qualche responsabilità, se pur indiretta, ma per cercare di capire come intervenire, come orientare, come aiutare a prevenire, ad esempio, parlandone apertamente in classe.

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, ha dichiarato: “Niente smartphone in classe”, forse riferendosi alla notizia secondo cui, a detta dell’insegnante, nella classe della bambina tutti gli alunni utilizzano il telefonino.

La Garlatti ha anche precisato che “non possiamo impedire ai minori di utilizzare internet e i social, ma servono una maggiore sorveglianza da parte dei genitori e una vera educazione digitale”.

Il padre della bambina, in lacrime, nel confermare l’espianto degli organi che consentirà di salvare o aiutare quattro vite in pericolo, ha dichiarato: “Il web era il suo mondo. Controllarla? Mi fidavo”.

In quelle poche parole la chiave della riflessione necessaria. Controllare o fidarsi?

Non riteniamo che le due azioni siano tra di loro contrastanti. È giusto mostrare fiducia nel senso di responsabilità del minore, ma ci sono tanti modi per controllare, a cominciare dal farsi raccontare le esperienze che il minore vive nei social. Ricordiamoci che stiamo parlando di bambini, non di ragazzi di maggiore età.  

Il web era il suo mondo”. È possibile evitare la dipendenza dai social? Per molti genitori lo smartphone sta diventando la balia a cui affidare i propri figli come anni fa avveniva con la balia-televisore.

È forse un po’ la rinuncia al ruolo attivo, diretto e presente di genitore?