Tensioni sui debiti formativi

Proseguono in molte scuole le proteste e le richieste di chiarimenti sulla concreta attuazione della nuova disciplina per il recupero dei debiti formativi. Secondo la Gilda degli insegnanti "su 3000 istituti superiori presenti in Italia, già 1000 hanno inviato quesiti al ministero della Pubblica istruzione per avere chiarimenti sull’ordinanza relativa alle nuove modalità per il recupero dei debiti formativi. Una situazione che dimostra chiaramente la grande confusione provocata da viale Trastevere con questo documento e che ne impone la revoca e la modifica".
Assai aspro è anche il commento pubblicato dalla Flc-Cgil nel suo sito a conclusione della riunione tecnica con i sindacati, svoltasi la scorsa settimana, durante la quale il Ministero aveva fornito una serie di dati su quanto sta avvenendo nelle scuole.
La Flc-Cgil manifesta "sconcerto" per la decisione del ministro Fioroni di inviare ai Direttori regionali una nota "assai singolare, che farebbe bene a ritirare subito", con la quale gli stessi direttori vengono invitati a considerare "tempestività, flessibilità ed adeguatezza degli interventi di recupero" promossi nelle scuole come "elemento primario di valutazione ai fini della retribuzione dell’indennità di risultato e del conferimento e revoca degli incarichi". Un modo "caporalesco" secondo il sindacato di rivolgersi ai Dirigenti scolastici.
Anche l’ANP parla di "tono minaccioso" della nota ministeriale, e chiede il ritiro della nota, nonché dell’O.M. n. 92 che regolamenta la materia, o almeno "una loro radicale revisione".
La pressoché unanime reazione dei sindacati è legata anche al fatto che la valutazione dei Dirigenti scolastici, finora dimenticata e disapplicata malgrado i vincoli legislativi e contrattuali ad effettuarla, tornerebbe in campo in una forma imprevista. Eppure in tutte le aziende, alle quali spesso ci si richiama per ottenere un’equiparazione dei privilegi, il management è chiamato a rispondere agli obiettivi fissati dal vertice.