Tempo di quadri dei promossi, tempo di privacy

Il ritorno ufficiale della legittimità dell’esposizione dei quadri dei promossi all’albo della scuole ha riscosso una generale approvazione soprattutto da parte delle famiglie e degli studenti che, anche per gli esiti imminenti della maturità, non saranno più costretti a chiedere, uno per uno, alle segreterie delle loro scuole quello che l’anno scorso era secretato.

Niente privacy. I dati degli scrutini sono pubblici.

Il codice sulla privacy è molto chiaro in materia, anche se fa riferimento agli esiti degli esami. Ma, sull’onda di questa liberalizzazione dal rischio di ledere la privacy, moltissime scuole hanno esposto anche i quadri degli scrutini finali delle classi intermedie, con tanto di dati sui voti nelle singole materie. Sembra che qualche genitore di ragazzo non ammesso non abbia gradito, parlando di violazione della privacy.

Ma la privacy, lo ricorda spesso il Garante, riguarda dati sensibili, non dati personali. E’ il caso, ad esempio, di una nota riferita nella recente relazione generale per il 2008 sulla attività del Garante con la quale si è censurata una graduatoria pubblicata su internet (pertanto pubblica) da parte di due uffici scolastici provinciali “elenco dei riservisti (Gruppo 2-disabili art.  1, l. n. 68/99) delle graduatorie permanenti provinciali redatte ai sensi della l. n. 124/1999”.

La pubblicazione di tali dati configura una diffusione di dati personali, idonei a rivelare lo stato di salute degli interessati (la disabilità), in contrasto con le norme del Codice (art. 4, comma 1, lett. d ) e art. 22, comma 8).

Allo stesso modo, quindi, si può dedurre che rendere evidente nei quadri la condizione di disabilità, in qualsiasi modo resa pubblica (una nota, un riferimento, ecc.) è certamente lesivo della privacy, in quanto trattasi di dato sensibile. Ogni altra situazione, resa pubblica, anche se non gradita, non lede la privacy, se è coerente con le finalità del trattamento.