Tempo di esami/2. Quella prova Invalsi inserita nell’esame di licenza…

Se gli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo assomigliano sempre di più a scrutini di fine anno, poco o nulla selettivi, è possibile che le prove Invalsi ne rilevino la funzione di rigorosa valutazione dei livelli di apprendimento individuali che la Costituzione – almeno nell’intenzione dei costituenti – assegnava ad essi?

In questa chiave potrebbe essere interpretata la prova nazionale di italiano e matematica inserita da qualche anno nell’esame di licenza media, e che quest’anno è stata fissata per lunedì 17 giugno. E’ questa, effettivamente, la ratio della norma? O più semplicemente si è pensato, quando si decise in questo senso, di favorire il consolidamento funzionale dell’Invalsi innestandone la prova nazionale di italiano e matematica per gli alunni di terza media nel corpus istituzionalmente forte dell’esame di licenzia media?

Il fatto è che alla valutazione dell’apprendimento di queste materie sono addetti due tra gli insegnanti più importanti – anche in termini di ore trascorse con gli alunni – del Consiglio di classe: quello di lettere e quello di matematica-scienze. In che rapporto devono porsi le due valutazioni: quella di sistema dell’Invalsi e quella didattica degli insegnanti di classe? Ed è giusto mettere sullo stesso livello, nel calcolo del voto finale, il voto di ammissione e quello della prova Invalsi? Non è meglio tenere la prova Invalsi fuori della procedura d’esame?

Dubbi che sembrano condivisi anche dall’attuale ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, che alla domanda in proposito rivoltale da Cristina Lacava, che la intervistava per il supplemento ‘Io Donna’ del Corriere della Sera, ha risposto così: “Farla coincidere con l’esame non è molto corretto. L’Invalsi ha altre finalità: valuta le scuole, non i singoli”.