Tempi duri per gli imbroglioni a scuola

Presentato un nuovo strumento per individuare chi copia agli esami. In Gran Bretagna

Quello che in termine tecnico è chiamato Cheating è un problema che affligge diversi sistemi di valutazione, da noi i valutatori dell’INVALSI, ogni volta che si avvicina il momento di correggere ad esempio le prove nazionali.

Il rischio che i ragazzi trovino il modo di copiare o abbiano la fortuna di avere una sorveglianza distratta è sempre presente, con le ricadute prevedibili sugli esiti della valutazione.

La problematica è però comune anche ad altre nazioni che affidano al valutazione delle competenze degli alunni alle prove standardizzate.

Il Regno Unito è da tempo uno di quei Paesi che fa di questo tipo di valutazione un punto di forza.

Ma il cheating colpisce anche oltre Manica.

Ora i valutatori hanno a disposizione un nuovo strumento per aumentare il grado di affidabilità delle prove. Lo ha messo a punto e presentato pochi giorni fa la Cambridge Assessment, agenzia non profit che si occupa di preparare varie tipologie di prove di valutazione, non solo per gli studenti universitari.

Il sistema sarà operativo a partire dalla prossima estate e permetterà, attraverso una serie di marcatori elettronici stampati sulle pagine dei questionari, di evidenziare quanti alunni o gruppi di alunni hanno dato le stesse risposte in una stessa prova.

A parte le coincidenze fisiologiche, il sistema andrà a caccia di quelle anomalie che possano far sospettare comportamenti sleali da parte degli studenti. L’esame dei questionari incriminati permetterà così ulteriori indagini.