Svolta neo nazionalista per la scuola giapponese

Come previsto, il nuovo governo giapponese presieduto da Shinzo Abe, succeduto un anno fa al più moderato premier Koizumi (che apparteneva peraltro allo stesso partito) ha impresso alla politica del Sol levante un più marcato carattere nazionalista.

Due sono le nuove leggi, approvate in via definitiva dal Parlamento, che segnano la svolta: con la prima il Giappone è tornato ad avere, per la prima volta dopo il 1945, un vero ministero della Difesa, con budget autonomo e veri poteri decisionali, anche se sotto il controllo del primo ministro. Con la seconda è stato rivisto l’ordinamento scolastico (non accadeva dal 1947), prevedendo l’insegnamento obbligatorio del “patriottismo” nei piani di studio.

L’opposizione di sinistra ha cercato di bloccare le due leggi, soprattutto quella che riguarda la scuola, anche con il ricorso all’ostruzionismo, ma alla fine si è dovuta arrendere alla logica dei numeri, che assegnano al premier Abe una netta maggioranza in Parlamento. La sinistra ha denunciato il rischio di una deriva neonazionalista che potrebbe condurre il Paese verso avventure di tipo autoritario. Sembra tuttavia da escludere che l’ipertecnologico e ricco Giappone di oggi, ormai occidentalizzato anche per quanto riguarda il suo modello politico-istituzionale, possa tornare a quelle forme di esasperata propaganda sciovinista che già condussero quel Paese al disastro della seconda guerra mondiale.