Sul blocco quinquennale della mobilità docenti aspra polemica Ascani-Anief

La sottosegretaria del MPI Anna Ascani (ex renziana rimasta nel PD) difende a spada tratta il vincolo quinquennale nella scuola di assegnazione per tutti i docenti che saranno immessi in ruolo “a qualunque titolo” a partire dall’anno scolastico 2020-2021, previsto dal Decreto scuola (convertito in legge n. 159/2019 entrata in vigore lo scorso 19 dicembre), e i sindacati abbozzano obtorto collo, almeno per ora.

Solo l’Anief la attacca frontalmente lamentando addirittura la lesione di un diritto costituzionale: “Non ci si deve allontanare dalla Costituzione e dal diritto alla famiglia”, spiega il suo presidente, Marcello Pacifico, “specie quando si inventano delle procedure nazionali che portano un lavoratore a essere assunto in una regione molto lontana dalla sua residenza”.

Ma che cosa aveva detto la Ascani per suscitare una protesta così aspra? Rispondendo via Facebook a un gruppo di insegnanti precari in attesa di nomina, che contestavano il vincolo quinquennale, la sottosegretaria ne aveva spiegato le ragioni in questo modo: “Il provvedimento inserito nel Decreto Scuola serve a dare stabilità. Da un lato abbiamo voluto la stabilità degli insegnanti che garantiscono la qualità del sistema scuola, dall’altro assicurare agli studenti che non cambieranno insegnante ogni anno, ma che potranno avere dei riferimenti stabili. Ai 50mila docenti in più (24mila dal concorso straordinario e 24mila dal concorso ordinario) chiediamo dunque lo sforzo di restare su quelle cattedre per cinque anni. È un patto tra l’insegnante e lo Stato, per dare stabilitàD’altronde è proprio quanto detto dalla Ministra Azzolina: non faremo grandi riforme, ma vogliamo dare alla scuola la normalità che purtroppo è mancata”.

Chissà se la ministra Azzolina, che in passato è stata anche una impegnata sindacalista dell’Anief, concorda con la sua sottosegretaria o se avrà qualche esitazione quando il presidente del suo ex sindacato (che ora è diventato ‘rappresentativo’ e chiede a gran voce di partecipare agli incontri e alle trattative con il ministro) le dirà che il blocco quinquennale di qualunque forma di mobilità per i docenti neoassunti è “un’incursione del legislatore su una norma prettamente contrattuale” e che “il diritto alla famiglia non vale meno di quello al lavoro, soprattutto laddove vi siano le condizioni per soddisfare entrambi”…