Studiare all’estero, arriva la guida per le scuole

Per l’anno scolastico 2017-2018 più di 2100 ragazzi delle superiori sono già partiti per partecipare a un programma di studi all’estero con Intercultura. Un percorso didattico e di vita che sta coinvolgendo sempre più famiglie. Al loro fianco ci sono le scuole che, con professionalità, devono avviare e guidare l’intero percorso. Nasce così la “Guida Operativa per il Dirigente Scolastico – Educazione interculturale e mobilità studentesca” da un progetto congiunto tra l’Associazione nazionale dei presidi e Intercultura.

La “Guida Operativa per il Dirigente Scolastico – Educazione interculturale e mobilità studentesca” si rivolge alle scuole per aiutarle ad elaborare e a “mettere a sistema” attività di educazione interculturale e di scambi scolastici in invio e in accoglienza, con indicazioni di immediata utilità per promuovere e gestire i processi di mobilità studentesca in entrata e in uscita. 

Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, promosso dalla Fondazione Intercultura, sono 7.400 gli studenti delle scuole superiori all’estero con un programma di studio di lunga durata, con un aumento del 111% rispetto al 2009. E sono 2.800 gli adolescenti di tutto il mondo che scelgono l’Italia per trascorrere alcuni mesi di scuola per la propria formazione didattica e culturale. Circa due terzi degli istituti superiori italiani, pari al 63% del totale, aderiscono a un progetto internazionale  e nel 2011 erano uno su due. 

Quali sono le mete più ambite dai 2.100 studenti di Intercultura al’estero nell’a.s. 2017-18? L’Europa con un 35% di preferenze, ma aumentano di anno in anno  i ragazzi che scelgono mete alternative: il 25% si trova ora in l’America latina, il 21% sceglie USA e il Canada, il 13%  l’Asia, il 5% l’Australia e la Nuova Zelanda l’1% l’Africa tra cui tre sono partiti per il Ghana.

La Guida è stata presentata nella sede di ANP, con la partecipazione di Giorgio Rembado, Presidente nazionale ANP, e di Andrea Franzoi e Roberto Ruffino Segretari Generali rispettivamente dell’Associazione e della Fondazione Intercultura. Interverranno inoltre Maria Cristina Cigliano responsabile organizzazione della ANP,  Grazia Fassorra  responsabile della formazione ANP, Flaminia Bizzarri responsabile  relazioni con le istituzioni educative di Intercultura e Mattia Baiutti, assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Udine, con una relazione che sottolinea come la valutazione della competenza sia sempre più al centro delle indagini OCSE PISA.

La Guida ha come principale obiettivo quello di aiutare le scuole a “mettere a sistema” le esperienze di mobilità studentesca in entrata e in uscita e in particolare a:   

  • inserire le esperienze di mobilità nel calendario scolastico con azioni precise e condivise
  • promuovere la mobilità individuale degli studenti in entrata e in uscita attraverso progetti volti a valorizzare tali esperienze come risorsa per l’intera comunità educativa
  • promuovere scambi di classe, gemellaggi personali e virtuali e progetti volti ad aiutare gli studenti a confrontarsi con la diversità
  • organizzare attività di formazione per insegnanti sugli argomenti legati a queste tematiche 

La Guida nasce dalla consapevolezza che la mobilità studentesca è una fonte di ricchezza significativa per la scuola. Nessun modello educativo in una società multiculturale e globale può restare impermeabile al confronto e alle contaminazioni. 

In coerenza con le indicazioni fornite dal MIUR sulla mobilità studentesca internazionale, ANP e Intercultura hanno messo assieme il proprio know-how per offrire un contributo operativo alla gestione delle esperienze in termini di raccolta delle norme, di calendarizzazione delle attività, di individuazione dei soggetti coinvolti, dei ruoli e delle responsabilità. 

La Guida è scaricabile all’indirizzo: www.intercultura.it/guida-operativa.

La parola ai presidi

Educazione interculturale come diritto e dovere: come possono le esperienze di mobilità  in entrata  e in uscita  arricchire la comunità scolastica?

Marina Imperato, Dirigente scolastico del Liceo Scientifico Statale ‘ Leon Battista Alberti’ – Napoli: A differenza della maggior parte dei sistemi scolastici stranieri, quello italiano si caratterizza per una storica ‘rigidità’ di impostazione del curricolo: attribuzione alla classe, discipline di insegnamento, orario scolastico non lasciano spazio ad opzioni da parte degli alunni e/o delle famiglie. E’ evidente che un sistema così ‘congegnato’ favorisce, da un lato, l’accoglienza e lo sviluppo di una stabilità emotiva/affettiva con i coetanei, ma può anche favorire una mancanza di flessibilità/adattabilità di carattere ancora più ampio.

Le scuole superiori di secondo grado – quelle interessate direttamente dalla mobilità studentesca – non possono che trarre un enorme beneficio dall’innesto nella comunità didattica tout court di alunni stranieri, al pari di quegli alunni che scelgono la mobilità all’estero che hanno, in tal modo, il vantaggio di confrontarsi con esperienze totalmente diverse. Compito della scuola – e la normativa vigente va letta come risorsa – è la preparazione, l’organizzazione e la cura di un contesto accogliente nei fatti, ma è anche l’inserimento in un orizzonte di valori, di comportamenti e di conoscenze flessibili, all’interno delle quali ricercare e raggiungere l’equilibrio tra nazionale/internazionale, tra locale/globale. L’approccio glocal – ad avviso di chi scrive – è quello che maggiormente mette in condizione gli alunni, ed anche i docenti e le famiglie, di affrontare le complessità attuali e di comprendere/interpretare in modo non banale gli avvenimenti

La mobilità come ricchezza per la scuola: gli strumenti scuola per preparare, accogliere, valutare e valorizzare i progetti di mobilità individuale

Maria Vittoria Amantea, Dirigente Scolastico dell’’IIS Falcone-Righi di Corsico (MI): La scuola ha già rivisto alcuni ambienti di lavoro per favorire la multiculturalità, quali attività di accoglienza, insegnamento dell’italiano come L2, valorizzazione del plurilinguismo, attività interculturali comuni musicali, teatrali, ecc, che facilitano la comunicazione, il dialogo e la conoscenza reciproca, ma è necessaria la creazione di reti di scuole (come avviene già in alcune regioni con l’esperienza PROMOSSI in collaborazione con Intercultura) per mettere a punto strumenti condivisibili che riescano a valorizzare quella metodologia interattiva e di scambio continuo che caratterizza l’esperienza di mobilità.  Ma soprattutto ci sarebbe bisogno di una maggiore organizzazione a livello centrale con fondi adeguati a sostenere non solo gli istituti ma anche le famiglie.

PTOF e RAV : linee di indirizzo e documenti di autovalutazione: la scuola si è dotata di linee di indirizzo sui programmi di mobilità.  Quanto sono seguite?

Maria Vittoria Amantea, Dirigente Scolastico dell’’IIS Falcone-Righi di Corsico (MI): Noi della Rete Promossi Lombardia di cui la mia scuola, l’IIS Falcone-Righi di Corsico (MI),  è capofila, abbiamo firmato un protocollo d’intesa con linee guida condivise per regolamentare l’esperienza interculturale e abbiamo anche pensato a delle linee guida per valorizzare l’esperienza di mobilità in tema di alternanza scuola lavoro. I dati d’altra parte, sono chiari. Fuori dalla propria “comfort zone” lo studente è più stimolato a conoscere se stesso e a sviluppare attitudini, atteggiamenti, conoscenze e soprattutto competenze quali maggiore autonomia, maggiore capacità di affrontare imprevisti e situazioni diverse da quelle conosciute, spiccato senso critico, capacità di problem solving, in maniera più intensa, mettendosi appunto in gioco  a livello mentale ed emotivo, rispetto a un “normale” anno di studio.

Iscriviti a TuttoscuolaNEWS, la newsletter di Tuttoscuola, è gratis!
Ogni settimana ti aggiorneremo su tutte le novità relative al mondo della scuola e dell’educazione. Basta inserire il tuo indirizzo mail nel riquadro azzurro che si trova a destra in home page. Sarai sempre tempestivamente informato sulle iniziative di Tuttoscuola!