Studenti eccellenti: i migliori provengono da ceti medi e operai

Un recente studio realizzato dall’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna per conto della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, presieduta dal noto imprenditore milanese Benito Benedini, dimostra che se è vero che le risorse materiali e culturali messe a disposizione dalle famiglie influiscono notevolmente sulla riuscita scolastica dei figli, non è altrettanto scontato che i migliori risultati vengano ottenuti dagli studenti provenienti dalle famiglie più colte e benestanti.

Anzi, i condizionamenti sociali sono meno determinanti di quanto ci si poteva attendere. La maggioranza degli studenti italiani “eccellenti”, stando ai dati contenuti nel “Primo Rapporto sugli studenti eccellenti” realizzato dall’istituto di ricerca bolognese, “non ha genitori laureati e una minoranza non trascurabile non ha neppure genitori diplomati: la maggioranza proviene dai ceti medi e operai“.

Non tutti i diplomati eccellenti scelgono però di continuare gli studi all’Università: l’8% rinuncia,  e questo, secondo Benedini, si trasforma in  un danno per il Paese perché la mancata valorizzazione di un capitale umano particolarmente prezioso costituisce un autentico spreco di talenti. Tanto più in quanto gli studenti eccellenti tendono assai più degli altri a intraprendere studi impegnativi in settori strategici per lo sviluppo del sistema-Paese, come sono quelli scientifici, ingegneristico-architettonici e sanitari.

Sarebbe bene, perciò, intervenire con azioni di recupero e valorizzazione di queste risorse umane, considerando questi studenti come i destinatari di un vero e proprio investimento, che potrebbe rivelarsi prezioso per il futuro del nostro Paese.