Studenti e opposizioni chiudono alle aperture della Gelmini

Non è piaciuta a studenti ed opposizione la “svolta” del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che in un’intervista a Repubblica si è detta “pronta ad ascoltare i ragazzi”, anche se “governare coi tagli è la cosa più difficile“. Tagli che ora “sono finiti“, ha aggiunto il titolare di Viale Trastevere, anche perchè il ministro Tremonti “credo abbia compreso la centralità della scuola e pure sulla ricerca l’ho visto un poco più disponibile“.

Sono stati proprio gli studenti (che secondo il ministro meritano “rispetto“, “nel tempo si è perso qualsiasi rapporto con loro, e mi dispiace“) a bocciarla: “Noi studenti – commentano l’Unione degli universitari e la Rete degli studenti medi – non abbiamo la memoria corta e sappiamo riconoscere l’ipocrisia quando ci si manifesta davanti. Non saranno certo queste uscite del ministro fulminato sulla via del Gran Sasso a farci dimenticare che tipo di politica è stata portata avanti da questo governo, anche perché sarebbe impossibile vista la situazione disastrosa che c’è nelle nostre scuole dopo tre anni di tagli“.

Dura anche la posizione del Coordinamento nazionale dei collettivi universitari che parla dell’intervista come di “affermazioni francamente sconcertanti” e chiede le dimissioni della Gelmini: “Il ministro sostiene che è pronta ad ascoltare i giovani che protestano, come se le mobilitazioni studentesche fossero cominciate due giorni fa, facendo finta di dimenticare che gli studenti sono anni che scendono in piazza e non per difendere lo status quo, come dichiara la Gelmini, ma anzi per affermare che i tagli alla scuola e all’università pubblica devono finire“.

Secondo gli studenti, il ministro “sembra quasi volersi assolvere dalle proprie colpe, scaricando queste sui tagli effettuati da Tremonti“. Mentre la Rete della Conoscenza parla di “faccia tosta” del ministro e le propone 10 domande per a cui rispondere per “dimostrare che non ci sta prendendo in giro“.

L’unica apertura da parte di un’organizzazione studentesca è quella di StudiCentro, l’organizzazione studentesca dell’Udc, il cui portavoce Virgilio Falco dichiara: “Dopo tanta attesa, accogliamo con favore l’apertura del ministro Gelmini ad incontrare gli studenti, ma chiediamo allo stesso tempo al ministro di fare chiarezza ed assumersi la responsabilità dei tagli che hanno colpito il comparto scuola, università e ricerca“. “Siamo pronti ad ascoltare cosa il ministro vorrà dire agli studenti, ma vorremmo anche chiedere al ministro se non sia arrivato il momento di invertire la rotta decidendo di investire nel futuro del nostro Paese invece di penalizzarlo continuamente“, conclude StudiCentro.

Per quello che riguarda l’opposizione politica, invece l’opposizione di sinistra non fa sconti. Di “Attila della scuola pubblica” ha invece parlato Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale del Pd: “Incredibile Gelmini. Prima ammazza la scuola e adesso dice basta tagli. Peccato che nel Def approvato dal suo governo continui ad esserci scritto che entro il 2025 continueranno ad esserci diminuzione delle risorse fino al 3,4% del Pil, quando siamo già fanalino di coda tra i paesi cose con il 4,8%“. Mentre la senatrice. Manuela Ghizzoni (Pd) riporta la questione a livello politico: “la Gelmini si eserciti pure in questo crepuscolo del centrodestra nell’arte dello scaricabarile, ma non prenda in giro il mondo della scuola e tutti gli italiani“.

Critiche anche da Sel: “L’intervista – ha detto Umberto Guidoni – è l’ammissione più plateale del proprio fallimento nei tre anni di guida del dicastero di Viale Trastevere. Un fallimento previsto da tempo e confermato da docenti, ricercatori, studenti“.