Student Action Day, nel mirino Berlusconi

Per “riprendere la parola”. E mandare a casa “questo governo che ci sta togliendo ogni diritto”. Dunque, tornano nelle strade.

E’ lo Student Action Day. Domani, una giornata fatta di blitz, flash-mob e sit-in in oltre 50 città italiane. Sotto accusa il nuovo attacco di Silvio Berlusconi alla scuola pubblica.

E non solo: la paralisi dell’università, i tagli al personale, l’incuria per l’edilizia scolastica. Un concentrato di politiche che, per l’Unione degli Studenti, “ci vieta di scegliere i nostri percorsi di vita e  impedisce il libero accesso alla cultura”. E non mancherà l’effetto sorpresa: “Domani ci vedrete dove neanche immaginate”.

Non è bastato il dietrofront, parziale, messo in scena ieri dal presidente del Consiglio.

Le parole pronunciate sabato in un messaggio inviato a una riunione dell’Associazione nazionale delle Mamme, continuano a pesare.

Gli insegnanti comunisti che “inculcano valori diversi da quelli della famiglia”. Il “dovere per lo Stato di aiutare chi non vuole essere vittima dell’ideologia di sinistra”.

La scuola privata come cura per le distorsioni create da quella pubblica. Affermazioni criticate da insegnati, sindacati e studenti. E che hanno fatto dire a Pierluigi Bersani: “Presidente, perché non va lei direttamente a inculcare i valori della famiglia, visto che se ne intende?”.

Per lo Student Action Day, in prima fila l’Unione degli Studenti: “Domani, le studentesse e gli studenti saranno in piazza in oltre 50 città italiane”. L’obiettivo è dar vita ad azioni per preparare lo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 6 maggio.

E “per ribadire il nostro no a questo modello di scuola e università, rivendicando la possibilità di riprendersi le scuole, i luoghi della formazione e di liberare un futuro in mano alla precarietà”. Poi, le richieste: “Chiederemo risorse per il diritto allo studio, un vero welfare per scegliere i nostri percorsi di vita senza legami e il libero accesso alla cultura”.

E la mobilitazione di domani sarà anche l’occasione per parlare del progetto AltraRiforma.

Una piattaforma programmatica elaborata dal basso, perché “non è pensabile continuare a mettere le mani sulla scuola pubblica, senza che le studentesse e gli studenti possano essere protagonisti delle riforme e dei cambiamenti della scuola”.

E la protesta non si ferma a domani. In mobilitazione anche altre associazioni studentesche.

Come la Rete degli Studenti, che ha in cantiere una due giorni a Bologna, il 21 e 22 aprile. In programma “un’assemblea con studenti di tutta Italia”.

Per “rilanciare la protesta subito dopo le vacanze di Pasqua e in vista dello sciopero generale del 6 maggio”.