Stoppati dal Titolo V gli organi collegiali territoriali. E adesso?

Tuttoscuola ha già dato notizia nei giorni scorsi dell’avvenuta decorrenza del termine ultimo per far valere la delega per la riforma degli organi collegiali scolastici territoriali.
Il ministro Moratti nel novembre corso aveva presentato lo schema di decreto di riforma in Consiglio dei Ministri, ottenendone l’approvazione prima del passaggio in Conferenza unificata.
Sullo schema che riformava radicalmente gli attuali organismi territoriali della scuola c’era stata una levata di scudi dal mondo sindacale che vedeva, soprattutto da parte dei maggiori sindacati, compromessa la propria rappresentanza. Era stata manifestata perplessità per la riproposizione di un impianto centralistico, verticale, anche con specificazioni procedurali, in contrasto con i principi di autonomia delle istituzioni scolastiche e di decentramento della stessa amministrazione scolastica.
Proprio su questo aspetto si era pronunciata poco dopo la stessa Conferenza unificata Stato-Regioni che dichiarava la propria contrarietà allo schema di decreto, anche per violazione delle competenze già attribuite a Regioni ed Enti locali.
A delega scaduta alla Moratti non rimane altro che gettare la spugna. Ma ora, che succede?
La scadenza della delega fa rivivere in pieno il DPR n.233 del 1999 del ministro Berlinguer, mai attuato, che aveva già riformato gli organi collegiali territoriali, dichiarando nel contempo la soppressione di quelli attuali.
Il ministro Moratti vi darà attuazione oppure rimetterà l’intera materia alle decisioni del Parlamento che da due anni deve decidere anche sulla proposta di riforma degli organi collegiali di istituto?
A questo punto viene qualche dubbio che in questa legislatura, alla luce anche della recente decisione n.13/2004 della Corte Costituzionale, si riescano a definire principi e criteri per varare nuovi organi collegiali. Anche perché tale sentenza pur non producendo effetti immediati, è un miccia che può avere impatti significativi sui livelli di competenza delle amministrazioni statali (in questo senso neanche il recente regolamento di riorganizzazione del MIUR sembra del tutto in linea con i nuovi orientamenti costituzionali).