Stop chiamata diretta: perplessità di Aprea (FI)

L’accordo intervenuto tra il ministro Bussetti e i sindacati per la disapplicazione della norma contenuta nella legge 107/2015 sulla chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici suscita le prime reazioni in sede politica. 

Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e capogruppo in commissione cultura, scrive in una nota che “Non si può giustificare la sospensione di una procedura legata all’assegnazione degli insegnanti prevista da una legge della Repubblica attraverso un mero accordo sindacale. Forza Italia esprime perplessità su questa decisione proprio con riferimento al metodo seguito dal ministro Bussetti prima ancora che nel merito. Quanto al merito, che la chiamata diretta introdotta dalla legge 107/2015, da adottare esclusivamente con riferimento ai docenti dell’ambito territoriale sia stata una modalità confusa e in molti casi inefficace per la qualità dell’offerta formativa, è sicuramente vero. Ma dal Governo ci saremmo aspettati innanzitutto i risultati di un monitoraggio dell’applicazione della legge e soprattutto proposte di correzioni opportune. Invece ci siamo ritrovati dinanzi ad una decisione presa solo per rispettare il cosiddetto ‘contratto del Governo del cambiamento'”.

“Ancora più grave e forse irrispettoso”, prosegue la parlamentare, “risulta poi il fatto che questo tipo di decisione sia stata assunta ad un tavolo sindacale e non almeno dopo un confronto con il Parlamento e in particolare con la commissione cultura. Ci aspettiamo, dopo questo primo atto, che venga presentato in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni, il provvedimento di natura legislativa che sancisce il nuovo indirizzo del ministero. A quel punto però ci domanderemo come questa linea potrà essere coerente non con le innovazioni indispensabili per rendere la scuola capace di rispondere in modo accettabile alle enormi sfide dei tempi, ma se non altro, con l’esistente autonomia delle scuole e delle Regioni che prevede albi e modalità di reclutamento regionali dei docenti”.

E’ da prevedere che il dibattito in Parlamento su questo punto sarà vivace, sia sul metodo che sul merito.