Stop ad altri uffici scolastici provinciali

Nel dibattito annoso sulla soppressione o meno delle province, finora ha prevalso – a dispetto dei tanti annunci, validi evidentemente solo in campagna elettorale – l’idea di… istituirne altre sette, già quest’anno ai nastri di partenza per decollare a tutti gli effetti con gli impianti istituzionali che la legge conferisce.

Le sette nuove province sono: Barletta-Andria-Trani, Fermo, Monza-Brianza, Carbonia-Iglesias, Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano; e sono dieci i capoluoghi di provincia!

Dovrebbero, quindi, essere almeno sette anche i nuovi uffici scolastici provinciali (ex-Csa, ex-Provveditorati agli studi), ma qualcuno ha avuto il buon senso di evitare il proliferare di altri uffici scolastici e ha disposto lo stop a future istituzioni.

Il recente regolamento di riorganizzazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Dpr 20 gennaio 2009, n. 17), oltre ad intervenire sulla struttura ministeriale centrale, dispone infatti che “A  decorrere  dalla  data  di  entrata  in  vigore del presente regolamento, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca non   procede  all’apertura  di  nuovi  uffici  scolastici provinciali“.

Gli Uffici scolastici provinciali rimarranno, dunque, cento (esclusi i particolari uffici scolastici di Aosta, Bolzano e Trento).

Oltre a non crescere, gli Usp potrebbero, anzi, diminuire di numero, secondo un altro passaggio contenuto nel medesimo regolamento che dispone come, a proposito di uffici scolastici provinciali, si debba mettere in atto “… con apposito regolamento …entro due anni dall’emanazione del  presente  decreto,  un modello organizzativo su base regionale“.

Potrebbe esserci, ad esempio, l’unificazione di strutture e la concentrazione dell’esercizio delle funzioni istituzionali soprattutto degli Uffici minori in province limitrofe. E gli Usp potrebbero anche scendere di  numero dagli attuali cento.

Del resto una previsione di razionalizzazione degli uffici amministrativi è contenuta nell’articolo 74 della legge 133/2008, che parla di ridimensionamento degli assetti organizzativi esistenti.