Spezzata la catena di S.Antonio dei giorni festivi da retribuire

Da alcuni anni le scuole sono invase, a ondate ricorrenti, da fac-simile di moduli di richiesta per ottenere il pagamento delle festività coincidenti con la domenica.

Da dove nascerebbe la pretesa? Una disposizione della legge n. 260 del 1949 prevede il diritto alla corresponsione di un compenso aggiuntivo per le festività (25 aprile, 1° maggio, ecc.) che coincidono con la domenica. E, su quella base, i moduli di richiesta per il pagamento, almeno per gli ultimi dieci anni, delle giornate di festività “perse” perché coincidenti con la domenica.

Visto che, mediamente, ogni anno una di queste festività viene “persa”, si potrebbe contare su un recupero retributivo pari a circa un terzo di mensilità. Se si considera inoltre il fatto che riempire un modulo non costa niente, si può immaginare quante pratiche si sono accumulate nelle segreterie delle istituzioni scolastiche che, in mancanza di indicazioni (e di risorse finanziarie apposite), hanno ignorato le richieste. E ora le richieste – soprattutto con l’appoggio di alcuni sindacalisti che, a buon mercato, volevano “tutelare” diritti del personale – sono arrivate ai giudici del lavoro.

Proprio un giudice del lavoro di Torino ha richiesto all’Aran se quella norma doveva ritenersi tuttora valida, non essendo stata compresa tra quelle disapplicate dal CCNL scuola 1994-1997.

L’Aran insieme ai sindacati confederali e allo Snals ha fornito, il 27 marzo scorso, interpretazione autentica della norma, precisando che il CCNL ha disciplinato in via esaustiva la materia dei compensi, non comprendendo quella della legge 260/1949, che deve intendersi quindi incompatibile (e non applicabile) al personale della scuola.

La “catena di S.Antonio” si è spezzata, ma si può essere certi che altre catene riappariranno, soprattutto quando sono a costo zero per un incasso facile e, a volte, sostanzioso.