Sperimentazione/2. Fioroni apre alle Regioni

La decisione di sospendere, sine die, il decreto n. 775, il ministro Fioroni l’ha presa alla vigilia della Camera di Consiglio del Tar Lazio, prevista per il 1 giugno 2006, dopo incontri e colloqui con l’assessore Silvia Costa, coordinatrice degli Assessori Regionali per l’istruzione
In realtà il progetto d’innovazione della Moratti era solo un’anticipazione formale, stante il limite delle risorse professionali e finanziarie a disposizione.
La decisione di Fioroni tuttavia rappresenta un gesto concreto che apre una nuova fase dei rapporti di collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione e le Regioni, dopo quelli burrascosi che hanno caratterizzato in particolare l’ultima parte della scorsa legislatura.
Il Ministro Fioroni ha eliminato una situazione di conflitto ed ha auspicato un “comune lavoro all’insegna di una reciproca collaborazione” con le Regioni che sono soggetti istituzionali coessenziali per la definizione delle procedure, delle condizioni e dei contesti nei quali collocare i contenuti e i percorsi di ogni processo di riforma del sistema educativo.
L’attuazione del Titolo V, parte seconda della Costituzione si fonda su una interlocuzione Stato-Regione all’interno di un quadro di regole che dovrebbe consentire al Ministero dell’Istruzione di assicurare decisioni di sistema ed alle Regioni di incidere sui contenuti del processo decisionale, di concorrere alla costruzione di un disegno riformatore effettivamente compreso e condiviso.
Il risultato ottenuto, che premia l’azione giurisdizionale promossa, a suo tempo, in primo luogo dalla Regione Lazio, ha indotto le stesse Regioni a rinunciare all’istanza cautelare, con la conseguente richiesta di cancellazione della causa dal ruolo. Inoltre è stata preannunciata la rinuncia formale ai ricorsi proposti.