Sono le donne e il Centro ad incrementare il numero dei laureati

La media italiana dei laureati in età compresa tra i 30 e i 34 anni nel 2012 è del 21,7%. Più esattamente, secondo i dati Istat, su una popolazione complessiva di 3 milioni e 919 mila persone di quella fascia di età, sono risultati laureati in 851 mila, pari, appunto, al 21,7%.

Ma dietro quella media complessiva si nascondono differenze significative, rispetto al genere e rispetto anche al territorio.

Nella media nazionale del 21,7%, le donne laureate sono il 26,3% (513 mila su una popolazione femminile 30-34 anni di un milione e 951 mila), mentre gli uomini laureati di quella fascia di età sono pari al 17,2%. La forbice tra i due sessi è, quindi, di oltre 9 punti in percentuale (10 punti al Nord, 8 punti nel Mezzogiorno).

Nel 2004, per una percentuale media del 15,6%, le donne laureate 30-34 anni erano state pari al 18,4%, mentre i coetanei non erano andati oltre il 13%: quasi 5 punti di differenza.

La prima osservazione che consegue al confronto di genere è questa: sono soprattutto le donne a portare l’Italia verso l’ambizioso (impossibile?) traguardo del 40% dei 30-34enni laureati nel 2020.

Le grandi aree territoriali (Nord, Centro e Mezzogiorno) registrano complessivamente differenze percentuali sensibili rispetto alla media nazionale del 21,7% di laureati della fascia 30-34 anni.

Sempre con riferimento al 2012, al Centro i laureati sono il 24,1%, una percentuale di poco superiore a quella del Nord (23,9%).

Nel Mezzogiorno, invece, la percentuale di 30-34enni laureati non va oltre il 17,6% (e meno male che le donne con il 21,7% tengono su la media!).

Quindi sono le donne e i laureati del Centro a tirare faticosamente la volata verso il traguardo europeo del 40% nel 2020.