Sentenza UE: Santerini, dopo questa pagina ingloriosa certezza dei concorsi

Dopo la pubblicazione della sentenza della Corte di Giustizia europea che ha impegnato l’Italia a dare certezza di stabilizzazione dei precari attraverso procedure concorsuali certe nel tempo, si susseguono a raffica i commenti e i comunicati di esponenti politici e di sindacati.

Il capogruppo ‘Per l’Italia’ in commissione Cultura della Camera, on. Milena Santerini, che si è distinta recentemente nella presentazione di emendamenti alla legge di stabilità proprio sui docenti precari che saranno assunti secondo il piano della Buona Scuola, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Come previsto, la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia per i contratti a tempo determinato nella scuola reiterati oltre i 36 mesi. Le Linee Guida sulla Buona Scuola avevano già affrontato il problema prevedendo l’immissione in ruolo di circa 150mila precari e lo stanziamento da parte del Governo di tre miliardi a questo scopo nella Legge di Stabilità.

La Santerini non entra nel merito delle responsabilità politiche e sindacali che hanno portato a questa svolta, ma preferisce guardare all’immediato futuro preoccupata per il mantenimento della qualità del servizio.

Si spera di cominciare a chiudere – prosegue la parlamentare – in questo modo una pagina ingloriosa della storia repubblicana che ha provocato conflitti sociali e ha danneggiato anzi tutto la scuola. Occorre però esercitare responsabilità da parte di tutti, senza arrivare a parlare di risarcimenti miliardari e iniziative giudiziarie.

Basta con le politiche miopi e clientelari, ma anche con un contenzioso inutile e dannoso. Bisogna ora occuparsi dell’immissione in ruolo dei 150mila, verificarne le competenze – come da noi proposto – programmare eventualmente una formazione dove non fossero adeguate, distribuirli poi nelle scuole per arrivare all’obiettivo dell’organico funzionale, cioè i docenti che servono alla buona scuola. E si arrivi finalmente a un piano di reclutamento coerente e organico che, come chiede la Corte, preveda d’ora in poi concorsi regolari ogni tre anni“.