Ricciardelli: istruzione tecnica, ultima chiamata

Accenti drammatici e di estrema preoccupazione caratterizzano il volume che Valerio Ricciardelli, noto esperto di istruzione tecnica e professionale – già Presidente ed Amministratore Delegato della Festo CTE, società italiana collegata alla azienda tedesca Festo, leader nel campo dell’automazione industriale – ha dedicato al tema del rilancio dell’istruzione tecnica, in particolare a quella industriale (V.R., Ricostruire l’istruzione tecnica, Guerini, maggio 2024).

Il sottotitolo del saggio sintetizza bene il pensiero dell’autore: “Ultima chiamata per rimanere la seconda manifattura in Europa, salvare la nostra economia e preservare il nostro welfare”. Secondo Ricciardelli, che soprattutto negli ultimi anni ha svolto una intensa attività pubblicistica, ispirandosi ad analoghe tesi sostenute da Romano Prodi (vedi per esempio qui), le misure di politica scolastica decise nel tempo dai diversi governi, anche di segno opposto, alternatisi nel tempo, si sono rivelate del tutto insufficienti: o disastrose su questo come la riforma Moratti che ha puntato sulla (pseudo)licealizzazione degli istituti tecnici, o insufficienti (per Ricciardelli, fallimentari), come il riordino dell’istruzione tecnica e professionale disposto nel 2010 dal ministro Gelmini.

Il libro è diviso in tre parti: la prima – Familiarizzare con l’istruzione tecnica – ha carattere introduttivo, e contiene, accanto a brevi cenni sullo sviluppo e declino dell’istruzione tecnica in Italia, il quadro concettuale nel quale saranno poi sviluppate l’analisi (nella parte seconda) e le proposte dell’autore (nella parte terza).

In un mondo, scrive l’autore, “dove il manufacturing avanzato è il pilastro di tutte le economie evolute, va preservata la nostra manifattura che ancora resiste e continua ad occupare la seconda posizione in Europa dopo la Germania. Ma non sarà così senza un’istruzione tecnica allineata all’avanzamento tecnologico dei nostri tempi”. Per mantenere questa posizione occorre “raddoppiare in tempi brevi il numero degli iscritti all’istruzione tecnica secondaria e terziaria del settore industriale”. Servirebbe però in primo luogo, da parte dei decisori politici, una maggiore e migliore conoscenza della problematica anche internazionale della Technical Education, a partire dalla sua “grammatica”, come spiegato in questa intervista rilasciata a Tuttoscuola.

Consapevolezza che, come si spiega nella seconda parte del saggio, è mancata ai governi succedutisi in questo XXI secolo, caratterizzato dallo sviluppo sempre più rapido delle nuove tecnologie digitali. Neanche l’attuale governo, secondo Ricciardelli, sta operando con la necessaria tempestività ed efficacia: la legge 99/2022 sugli ITS Academy e la sperimentazione della nuova filiera tecnologico-professionale 4+2, progetti questi ultimi “nati certamente con buone intenzioni”, ma che vanno considerati al massimo come provvedimenti “terapeutici”, del tutto insufficienti per la soluzione del problema, anche perché troppo dipendenti dalle contingenti dinamiche dalla domanda locale di manodopera con competenze povere, di carattere spesso meramente esecutivo.

Servirebbe, come si legge nella terza parte del volume, “riportare il tasso d’iscrizione agli istituti tecnici, dall’attuale poco più del 30% degli studenti delle secondarie, al 50%, con il raddoppio degli iscritti delle specializzazioni industriali, e parimenti innalzare anche il tasso d’iscrizione degli istituti professionali dell’industria e artigianato che avrebbero pieno titolo per appartenere tutti a una grande e nuova famiglia dell’istruzione tecnica rinnovata”.

Ci sono i presupposti per una operazione epocale di questa portata? Difficile, anche perché dovrebbe essere realizzata in tempi brevi (5 anni, magari il 2030 dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile) e con una ampia convergenza bipartisan dei decisori politici, economici e sociali. Difficile ma indispensabile, secondo l’autore, se si vuole evitare il declino dell’Italia, quello preconizzato da Irene Tinagli nel suo libro del 2019, citato da Ricciardelli, “La Grande Ignoranza – Dall’uomo qualunque al ministro qualunque – L’ascesa dell’incompetenza e il declino dell’Italia”.

L’appendice del volume reca anche un utile glossario con la traduzione italiana dei molti termini tecnici, quasi tutti inglesi, dei quali l’autore si avvale, alcuni consigli di lettura e un ringraziamento, non privo di commozione, ai suoi ex alunni dell’istituto tecnico salesiano nel quale ha insegnato in gioventù, nonché ai suoi collaboratori del periodo in cui ha diretto la Festo CTE, impegnata in numerose attività di assistenza tecnica e formazione dei docenti dell’istruzione tecnica.

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