Sempre più marginale in Italia l’istruzione degli adulti

Nel parere favorevole espresso dalla Camera per il piano programmatico c’è anche spazio per la negletta (in Italia) istruzione per gli adulti: “con riferimento ai centri di istruzione per gli adulti, sia definito l’assetto organizzativo-didattico, prevedendo un numero adeguato di materie di insegnamento, collegando l’autorizzazione dei medesimi corsi al monitoraggio degli esiti finali, nel rispetto dei principi fissati dalla strategia di Lisbona in ordine all’educazione continua e permanente”. C’è, come si vede, un riferimento agli obiettivi di Lisbona che, tuttavia, ci sembra poco adeguato per recuperare il notevole differenziale che in materia l’Italia evidenzia rispetto agli altri Paesi europei.

Lisbona nel 2000 aveva impegnato tutti i Paesi dell’Unione a raggiungere nel 2010 il 12,5% di adulti tra i 25 e i 64 anni che partecipano ad attività di istruzione. La media europea era allora del 7,1%; l’Italia era nelle posizioni di retroguardia insieme alla Germania, alla Francia e alla Spagna. Nella rilevazione intermedia del 2007, risulta che molti Paesi hanno fatto notevoli passi avanti, tanto che la media europea è salita al 9,7%. L’Italia procede invece con avanzamenti modesti, fermandosi al 6,2%, esattamente a metà dell’obiettivo fissato da Lisbona per il 2010 ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_370-1.doc ).

I Paesi del Nord Europa, Regno unito compreso, sono a livelli elevatissimi (per noi oggi impensabili) oscillanti tra il 23 e il 32%. La Spagna, che nel 2000 era dietro l’Italia, è ormai vicina all’obiettivo del 12,5% previsto per il 2010.