Secondo ciclo/7. Gli sviluppi possibili

Il ministro Moratti ha riconvocato le confederazioni e le organizzazioni sindacali per mercoledì 26 gennaio 2005 “per proseguire l’esame della proposta di riforma del ciclo secondario ex legge 28.3.2003, n. 53“. I materiali presentati il 13 gennaio saranno seguiti, nella corrente settimana, da un più compiuto documento di base (o “di lavoro”, come è stato definito dal ministro Moratti), sul quale avverrà il confronto con le parti sociali, le associazioni professionali e i numerosi altri soggetti che il titolare di viale Trastevere è intenzionata a coinvolgere nel dibattito.
Si arriverà così alla stesura dello schema di decreto legislativo che la Moratti proporrà al Consiglio dei ministri per l’approvazione in prima lettura. Poi le Camere avranno sessanta giorni per esprimere il loro parere, e dovrà essere acquisita l’intesa con le Regioni sulle parti del decreto che riguardano il sistema dell’istruzione e formazione professionale, di loro competenza. L’iter dovrà essere concluso entro la metà di ottobre 2005, nuova data di scadenza per l’esercizio della delega dopo la proroga di 6 mesi ottenuta dal governo.
Nel documento consegnato il 13 gennaio si ipotizza che il nuovo ordinamento entri in vigore il primo settembre 2006, una data che lo slittamento di sei mesi nel varo del decreto e (soprattutto) la grande complessità dell’operazione rende assai improbabile. Soprattutto se questa volta si sceglierà la strada, come ha assicurato il ministro Moratti, di aprire un dibattito vero, e non quella di forzare i tempi su una proposta rigida, come è accaduto per il decreto sul primo ciclo.
Occorrerà poi decifrare le incognite politiche che gravano sul modello di secondo ciclo prefigurato nel documento del 13 gennaio, che secondo alcuni esponenti della stessa maggioranza appare sbilanciato in direzione di un troppo vasto sistema liceale, cui si affianca un “rachitico” sistema professionale. Si vedrà già nei prossimi giorni se e quanto la proposta presentata dal ministro il 13 gennaio potrà resistere alle forti pressioni politiche e sindacali che si preannunciano.