
Secondo ciclo/5. Prime reazioni politiche
A livello politico, nell’immediato, non si sono avute reazioni ufficiali, ma è noto che il problema della “pari dignità” tra i due sistemi, liceale e professionale, suscita discussioni all’interno della maggioranza (UDC e mezza Forza Italia non sembrano concordare con il modello di secondo ciclo proposto), e in minore misura anche nell’opposizione: i riformisti, l’ala dalemiana dei DS e i rutelliani della Margherita prenderebbero in considerazione la costruzione di un serio e competitivo sistema professionale, ma la proposta non va in questa direzione… Secondo l’on. Paolo Santulli (FI) la bozza di decreto sul secondo ciclo di istruzione ha molti difetti: un numero eccessivo di discipline per alcuni corsi liceali; uno spazio ridotto di autonomia delle scuole, con la sola possibilità di scelta di tre ore settimanali su 30; un passaggio esclusivo degli istituti professionali al sistema di istruzione e formazione professionale che diverrebbe di fatto residuale come secondo canale di istruzione e formazione. Se ne discuterà agli Stati Generali della scuola organizzati da Forza Italia martedì 8 febbraio. Da notare anche la presa di posizione del settimanale “Tempi”, vicino alla Compagnia delle Opere e al responsabile scuola di Forza Italia, Mario Mauro. In un editoriale uscito alla vigilia dell’incontro del 13 gennaio la rivista ha giudicato “terribilmente deludente” la bozza di decreto legislativo in discussione: “scuole che non sono più né licei né istituti tecnici, dove si studia poco e male di tutto. Il lavoro? La specializzazione? Se ne parla dalla terza in avanti – per chi sarà sopravvissuto. Esattamente quel che voleva Berlinguer. Valeva la pena abrogare la sua riforma, buttare all’aria la scuola italiana, per riproporre cinque anni dopo lo stesso pasticcio?”.
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