Secondo ciclo/4. Le critiche politiche scuotono il progetto

Il percorso politico istituzionale del decreto si presenta molto difficile, anche perché il governo non ha costruito condizioni minime di consenso fuori dal coro della maggioranza, tanto più necessarie di fronte ad un mutato quadro politico nei contesti regionali.
Qual è il termometro del consenso suscitato dalla bozza del decreto? Soddisfatti AN, Forza Italia e Confindustria, che difendono ed apprezzano il progetto. Contrari i partiti dell’opposizione, i sindacati e le regioni, che esprimono giudizi fortemente negativi sul metodo e sul merito del provvedimento.
Andrea Ranieri, responsabile scuola dei Ds, parla di “incredibile arroganza“, ponendo in dubbio la stessa “costituzionalità del decreto“. L’on.le Sasso (Ds) esprime sconcerto per questa ulteriore forzatura, mentre la sen. Soliani (Margherita) avverte che “Moratti ha solo fretta di salvarsi l’anima dicendo che la riforma è fatta” e che le commissioni parlamentari “chiederanno conto degli errori che il governo ha procurato al sistema scuola“.
La sen Acciarini (Ds) afferma che il ministro “procede solitaria senza risorse finanziarie, senza consenso (…) continua a fare piani quinquennali che entreranno in vigore in tempi in cui non sarà più ministro…“. L’on.le Colasio (Margherita) sottolinea che il governo si è mosso in totale autonomia… “senza l’intesa con la Conferenza Stato-Regioni“.
Rilievi critici sono espressi da Vasco Errani, Presidente della Conferenza Unificata, il quale ribadisce che un principio di “leale collaborazione” deve caratterizzare il rapporto tra i diversi livelli istituzionali e che il governo ha sbagliato a rompere il tavolo con le Regioni ed ad approvare una proposta di riforma della scuola superiore “ampiamente discutibile“.
Ferma e decisa la presa di posizione di Silvia Costa, assessore all’istruzione, formazione e diritto allo studio della regione Lazio, che sottolinea che il decreto sul secondo ciclo scolastico è stato approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri senza essere stato “oggetto di un serio approfondimento, né con il mondo della scuola, né con i soggetti istituzionali e sociali. È mancato un confronto sistematico sugli aspetti organizzativi e gestionali dell’intero sistema scolastico, che competono alla Regione. Una rivoluzione che il ministro Moratti sta facendo al buio… senza rispetto per le ragioni e le esigenze di chi dovrà attuarla“.
Insomma c’è materia e tempo per discutere di una riforma che tutti in linea di principio riconoscono necessaria.