Secondo ciclo/2: ma questa sperimentazione si fa o no?

L’anno scolastico 2005-2006 è cominciato senza notizie sulla sperimentazione della riforma del secondo ciclo.
Riepiloghiamo l’antefatto. A fine maggio il Consiglio dei Ministri aveva approvato in prima lettura lo schema di decreto legislativo per la riforma del secondo ciclo e circa un mese dopo il ministro dell’istruzione ne aveva proposto la sperimentazione già da quest’anno scolastico, chiedendo il previsto parere al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.
Il CNPI, che già aveva espresso in precedenza forti riserve sullo schema di decreto legislativo, ha avviato l’esame della proposta a luglio e conta di esprimere il parere entro metà settembre.
Il ministro Moratti avrebbe potuto a quel punto, visto il rinvio di parere, procedere data l’imminenza dell’anno scolastico, ma non lo ha fatto quasi certamente per mantenere aperto un tavolo di confronto con le Regioni. Già, le Regioni, che nella seduta della Conferenza unificata del 28 luglio scorso, tenuto conto delle assicurazioni del Ministro di soprassedere da ogni iniziativa di sperimentazione a partire dal prossimo settembre 2005, hanno dato la disponibilità ad attivare tavoli di confronto tecnico-politico con il Governo.
Con questa prospettiva le parti hanno convenuto di rinviare alla seduta della Conferenza unificata del 15 settembre l’esame di merito dello schema di decreto.
Nonostante questo impegno e la mancanza di una iniziativa concreta sulla sperimentazione, alcune regioni, a cominciare dalla Toscana hanno diffidato le istituzioni scolastiche ad avviare sperimentazioni per il secondo ciclo di modifica degli elementi strutturali dei piani regionali. Quasi una mossa preventiva, tesa a scongiurare ripensamenti da parte del Miur.
Se vi sarà accordo con le Regioni o, piuttosto, una non rottura istituzionale, il Miur potrebbe essere tentato di avviare la sperimentazione, ma a livelli minimali e circoscritti a quei pochi licei che dalla riforma sono toccati marginalmente e in termini strutturalmente non significativi.
Ma a fine settembre, con tutte le scuole aperte, questa micro-sperimentazione sarebbe utile per la scuola, con il rischio inoltre di minare definitivamente quel pizzico di fiducia tra le parti istituzionali così faticosamente costruito a luglio?