Secondo ciclo/1: verso le idi di settembre

Il prossimo 15 settembre, giorno nel quale è prevista la riunione della Conferenza Stato-Regioni per cercare l’intesa sul decreto riguardante il secondo ciclo, assume sempre più l’aspetto di una scadenza strategica, di un’estrema occasione per mediazioni alte, per costruire un clima di maggiore condivisione sui contenuti attuativi della riforma dei licei e di quella del sistema di istruzione e formazione. E probabilmente è anche l’ultima occasione per il Governo di far partire la riforma del secondo ciclo dal 1° settembre 2006.
Dal punto di vista politico, dopo le ultime elezioni regionali, le Regioni sono in grande maggioranza schierate con il centrosinistra, e da questo punto di vista non ci sarebbe partita: le Regioni potrebbero facilmente negare l’intesa con lo Stato su tutte le materie nelle quali il decreto legislativo tocca le loro competenze. Ma su una linea così duramente oltranzista solo alcune Regioni sembrano disposte ad andare fino in fondo. Perché?
Perché il Governo potrebbe anche decidere di procedere egualmente, stralciando gli articoli che investono le competenze delle Regioni, oppure riformulandoli in modo da farli rientrare nelle materie di competenza esclusiva dello Stato (per es. la definizione dei livelli essenziali di prestazione). Una prospettiva da scongiurare perché costituirebbe il preludio del blocco della legge da parte di un nuovo Governo di centro-sinistra, sempre che ottenga la maggioranza alle elezioni politiche. E non tutti nell’attuale opposizione giudicano questa soluzione nell’interesse della scuola.
Non è da escludere, però, che in presenza di modifiche sostanziali del testo e – per esempio – di un avvio più graduale della riforma, magari a partire dal 2007-2008, le Regioni possano assumere un atteggiamento sempre critico, ma non di contrapposizione pregiudiziale, dimostrando che la scuola non è un campo di battaglia di schieramento, ma di merito, come hanno detto Formigoni e Rutelli al Meeting di Rimini.