
Secondaria/5. Tre condizioni di successo/insuccesso
Al di là del giudizio sui profili ordinamentali (adeguati/inadeguati) ci sono almeno tre condizioni dalle quali dipenderà il successo o l’insuccesso della riforma Gelmini.
La prima è la modalità di scrittura delle Indicazioni nazionali, che dovrebbero concentrarsi su una precisa definizione dei livelli di prestazione attesi nelle diverse discipline alla fine di ciascun anno e corso, accantonando i prolissi e inutili elenchi di contenuti e abilità che sono finora circolati.
La seconda, intrecciata con la prima, è un’azione sistematica di informazione, formazione in servizio e motivazione dei docenti sugli obiettivi di apprendimento e sui livelli di prestazione definiti nell’azione precedente: una modalità efficace potrebbe essere costituita da attività di tipo seminariale, da tenersi nelle scuole, eventualmente anche in piccole reti, con la metodologia del peer learning, assistite a distanza.
La terza condizione è la definizione di idonei criteri e modalità di valutazione didattica e di sistema per quanto riguarda le prestazioni degli alunni a conclusione dei periodi di studio, fatta in modo tale da far corrispondere il più possibile la valutazione dei docenti (per oggetto e metodi) a quelle condotte a livello nazionale dall’INVALSI, e quindi con un più ampio ricorso a prove oggettive. Anche questa tematica dovrebbe essere posta al centro delle attività di formazione in servizio.
Condizioni che verranno sviscerate e approfondite in un articolo sul numero di marzo del mensile Tuttoscuola.
Certo, per realizzare queste azioni occorrono risorse economiche, tempi distesi, ma soprattutto idee chiare e una forte capacità di gestione amministrativa dell’innovazione.
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