Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Se il ghetto approda nella scuola

Da due anni la scuola è tutta per loro ma i bambini italiani non la frequentano più e a Villanova Marchesana, paese della provincia di Rovigo dove abitano 1.200 persone, sono rimasti solo i bambini rom: diciannove alunni; due pluriclassi, una di prima, seconda e terza elementare, l’altra di quarta e quinta.

Un ‘ghetto’ da chiudere secondo l’Opera Nomadi di Rovigo; una scuola che funziona regolarmente secondo l’amministrazione comunale. “Abbiamo spiegato la situazione alla Prefettura, alla Provincia, al Csa (ex Provveditorato) – racconta Roberto Costa, presidente dell’associazione rovigiana – ma senza risultati. I bambini stanno ancora lì, “separati e discriminati”. 

I genitori dei ragazzi italiani hanno deciso di iscrivere i propri figli nelle scuole dei paesi vicini anche perché gli alunni stranieri (quasi tutti kosovari) impedirebbero il regolare svolgimento dell’attività didattica. Parlano male l’italiano, l’apprendimento è più lento e quindi l’andamento della classe ne risente. “Non è un problema razzistico – sostiene il sindaco Ilario Pizzi, eletto con una lista civica di cui non dichiara l’orientamento – il punto è un altro: se i genitori hanno dubbi sulla formazione scolastica dei propri figli in una certa scuola li portano da un’altra parte. I genitori si sono sentiti preoccupati e hanno fatto una scelta”.

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