Se il calo di organico dipendesse solo dal calo di alunni…

Il minor numero di posti e di cattedre nell’organico di diritto per il 2009-10 non è soltanto il risultato dell’azione di razionalizzazione determinata dalla legge 133/2008, ma è anche (o dovrebbe essere) l’effetto combinato della variazione demografica della popolazione scolastica.

Variazione del numero di studenti e razionalizzazione avrebbe dovuto combinarsi, secondo un principio di equità, tenendo conto del fatto che un aumento di alunni avrebbe dovuto comportare un proporzionale aumento di classi e di docenti, mentre una diminuzione di alunni, invece, avrebbe dovuto determinare un calo di classi e di organico.

Tuttoscuola ha verificato i dati di organico di diritto per il 2009-10 e ha rilevato che la variazione di popolazione scolastica non sempre è stata adeguatamente considerata, favorendo soprattutto le aree meridionali e insulari e penalizzando quelle settentrionali.

Abbiamo simulato la determinazione del nuovo organico di diritto senza considerare la manovra, calcolando, pertanto, l’organico soltanto in base al rapporto alunni/docenti dell’anno precedente.

Nella simulazione, per intenderci, senza variazione di alunni non avrebbe dovuto esserci alcuna variazione di organico; con aumento di alunni avrebbe dovuto esserci un proporzionale incremento di organico; con un calo di alunni avrebbe dovuto esserci un decremento di organico.

Quali i risultati della simulazione? Per effetto dell’aumento di alunni, per la scuola primaria avrebbe dovuto esserci un aumento di organico nelle regioni del Nord (+ 1.298) e del Centro (+ 345) e una diminuzione al Sud e nelle Isole (- 671); per la secondaria di I grado avrebbe dovuto esserci un aumento nelle regioni del Nord (+ 1.893) e del Centro (+ 455) e un calo di organico al Sud e nelle Isole (- 504). Nella secondaria di II grado, invece, avrebbe dovuto esserci un calo di organico al Centro (- 353), nelle aree meridionali (-2.204) e un aumento complessivo al Nord (+ 467) grazie soprattutto alle regioni del Nord Est.

In sintesi, senza considerare la scuola dell’infanzia e per effetto della sola variazione di popolazione scolastica, le regioni settentrionali avrebbero dovuto avere un aumento complessivo di organico pari a 3.658 posti/cattedre e le regioni centrali un aumento pari a 448 unità di organico; le regioni meridionali e insulari avrebbero dovuto subire un decremento di 3.378 posti/cattedre. E invece…