Scuole dell’infanzia: potrebbero riaprire fino al 30 giugno per una falla normativa

Un milione e 400 bambini delle scuole dell’infanzia statali e paritarie potrebbero tornare a scuola nelle due ultime settimane di giugno. Senza considerare i servizi educativi per l’Infanzia (nidi, micro nidi, ecc.) che normalmente funzionano fino al 31 luglio e che accolgono in tempi normali, circa 350 mila bambini fino a tre anni di età.

La notizia è così sorprendente e inverosimile che qualcuno sui social ha pensato che fosse una boutade o una semplice proposta di Tuttoscuola, ‘colpevole’ di averne parlato.

Non si tratta di una proposta estemporanea né tanto meno di una nostra ipotesi.

È soltanto la conseguenza di una falla normativa contenuta nel DPCM 17 maggio scorso che ha previsto che la sospensione delle attività educative e didattiche in presenza cessino il 14 giugno, in modo da consentire lo svolgimento della prova unica della maturità in presenza.

Si è trattato di una specie di ‘libera tutti’ nella presunzione che in tutte le scuole ogni attività didattica risulti cessata con l’ultimo giorno di lezione. Ma non è così.

C’è infatti un settore, la scuola dell’infanzia, che le attività didattiche, come da calendario, le continua a svolgere fino al 30 giugno.

Evidentemente il legislatore è caduto in una svista, presumendo cessate al 14 giugno tutte le attività didattiche, ma ha ignorato un settore non da poco visto che sfiora complessivamente quasi il milione e mezzo di iscritti.

Occorre porvi rimedio prontamente e con un dispositivo normativo che abbia la stessa valenza del DPCM che l’ha involontariamente determinata.

Il conduttore della trasmissione “La città ne parla di RAI3”, in cui era ospite un redattore di Tuttoscuola, alla segnalazione del fatto ha replicato che certamente la svista sarebbe stata corretta, considerato l’impatto che potrebbe produrre.

Crediamo, però, che non basterà una semplice nota o un chiarimento via Facebook: la falla è normativa è va sanata con una norma.

Cosa potrebbe succedere il 15 giugno se anche una minima parte di quel milione e 400 mila famiglie che hanno i figli iscritti nelle scuole dell’infanzia pubbliche si presentassero a scuola pretendendo di lasciarvi i figli perché devono correre al lavoro?