Scrima (CISL) e Fioroni: botta e risposta

Nel giro di poche ore, appena conosciuto il testo del decreto legge n. 223/2006 (la cosiddetta “manovrina“; ma il diminutivo sembra del tutto inappropriato), si è verificato un puntuto scambio di battute tra il segretario generale della CISL scuola, Francesco Scrima, e il ministro dell’istruzione Fioroni in merito alla portata e ai contenuti stessi delle misure decise dal governo per quanto riguarda il settore della scuola.
A Scrima, che lamentava “drastiche e significative riduzioni delle risorse di gestione della scuola sia per l’anno 2006, sia per gli anni successivi, attraverso riduzioni alle previsioni di bilancio per il triennio 2007-2009“, Fioroni ha risposto con un puntiglioso comunicato, secondo il quale “le riduzioni degli stanziamenti di bilancio, operate con il decreto-legge n. 223/2006 (manovrina) non hanno assolutamente interessato voci di spesa strategiche per la scuola come: supplenze brevi; compensi indennità per il miglioramento dell’offerta formativa; esami di stato; autonomia scolastica; interventi integrativi per disabili; funzionamento amministrativo-didattico delle istituzioni scolastiche“.
Nell’elenco dei tagli Scrima aveva inserito tutte le voci citate nel comunicato di smentita del Ministero, e in più le spese “per le singole direzioni regionali e per le strutture scolastiche“. Vuol dire che la “manovrina” scolastica si ridurrebbe a queste sole due voci? Sembra poco credibile, e d’altra parte lo stesso ministro Fioroni ha più volte accennato a una diversa impostazione del bilancio del Ministero, tesa anche ad eliminare sprechi e altre diseconomie.
Non c’è dubbio che su tutta questa partita non sarebbe male che si facesse chiarezza. E un po’ la si può ricavare da quanto ha dichiarato il ministro Fioroni a margine del convegno dei giovani imprenditori: “occorre sprecare di meno“, a cominciare dalle spese per la comunicazione del Ministero.
Si tratta di una partita decisiva che richiede in ogni caso l’inserimento di veri elementi di valutazione per conoscere eventuali disparità esistenti nei livelli di apprendimento assicurati dalle singole scuole.