Scotto di Luzio: attenti alla Aprea

Mariastella Gelmini ha finora bene operato. Dovrà però guardarsi non dagli avversari dichiarati, ma da una competitor interna alla sua stessa maggioranza, la presidente della commissione Cultura della Camera Valentina Aprea, “terminale del vecchio indirizzo di politica scolastica, tutto spostato sul versante di un doppio oltranzismo, del pedagogicamente corretto e dell’autonomia“.

E’ questo in sintesi il pensiero di Adolfo Scotto di Luzio, storico della scuola nell’università di Bergamo e da qualche mese responsabile dell’area educazione della fondazione ItaliaFutura presieduta da Luca Cordero di Montezemolo. Un attacco violento, frontale, apparso in un articolo pubblicato sul quotidiano il Riformista dello scorso 5 febbraio, il giorno dopo l’approvazione della riforma.

Secondo Scotto di Luzio, autore di un libro, La scuola degli italiani (il Mulino), apprezzato dal ministro Gelmini, occorre invece rompere con il “vecchio indirizzo di politica scolastica” difeso dalla Aprea, e puntare “sulla qualità del sistema, sulla selezione dei migliori, sulla distinzione degli allievi e dei loro professori“, insomma sulla “scuola esigente“, selettiva e meritocratica, di uno Stato centrale che riaffermi la sua natura di garante dell’unità nazionale del sistema.

Eppure, la “fase due” della riforma si giocherà sui temi del reclutamento, della valutazione, della nuova governance delle istituzioni scolastiche: difficilmente la maggioranza otterrà un risultato senza una strategia unica e una forte coesione nel realizzarla.