Sciopero unitario, ma il governo non ‘concerta’

Lunedì 19 dicembre 2011 lo sciopero dei lavoratori della conoscenza (scuola, università, ricerca, Afam e formazione professionale) sarà, dopo un prolungato periodo di divisioni e di iniziative separate, uno sciopero unitario. Dopo i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, anche lo Snals e la Gilda degli insegnanti hanno aderito allo sciopero, che per università ricerca e Afam sarà dell’intera giornata, per la scuola solo di un’ora: al termine delle lezioni per gli insegnanti o del servizio per il personale ATA.

Che significato assume il ripristino di iniziative unitarie nell’attuale contesto politico e sociale? Va tenuto presente che lo sciopero del 19 è preceduto il 12 dallo sciopero di tre ore proclamato da CGIL CISL e UIL nei settori diversi dal pubblico impiego, confermato dopo l’incontro tra il governo e i sindacati svoltosi in extremis ma senza frutto nella sera di domenica 11.

E’ probabile che, al di là della protesta sul merito delle decisioni governative (nuove pensioni, deindicizzazione di quelle in atto sopra i 1000 euro, provvedimento che colpirebbe quasi tutti gli insegnanti in pensione, nuova ICI con rivalutazione catastale ecc.), i sindacati intendano contestare il metodo scelto dal governo Monti, che è quello di decidere senza consultarli preventivamente, di tagliar corto insomma con la ‘concertazione’ (“Certi passaggi e ritualità non sarebbero a vantaggio Paese”, ha detto Monti).

Lo dice con chiarezza il segretario della Cisl Scuola Francesco Scrima, a cui giudizio lo sciopero “nasce anche dall’inspiegabile rifiuto che hanno incontrato le nostre richieste di un confronto finalizzato a un patto con le forze sociali. In altri momenti difficili della nostra storia questa si è rivelata una strada proficua per il Paese”.

E’ peraltro improbabile, e non solo a causa dei tempi stretti, che l’attuale governo torni indietro: potrà tener conto delle richieste dei sindacati (la Confindustria, dal canto suo, ha sostanzialmente avallato le decisioni governative), come dovrà fare anche con quelle dei principali partiti che lo sostengono in Parlamento, ma il metodo della ‘concertazione’ difficilmente caratterizzerà l’attività di questo governo.