Sciopero: sindacati uniti sulla scuola, divisi sull’università

Se il 30 ottobre era stato il giorno scelto da (quasi) tutte le organizzazioni sindacali per lo sciopero generale della scuola, contro i provvedimenti del governo in materia di istruzione, e ha aveva raccolto un grande successo in termini di partecipazione, lo stesso non vale per lo sciopero dell’università confermato per domani venerdì 14 novembre dalla Flc Cgil e Uil-Università per domani, e revocato da Ugl, Confsal, e Cisl Università.

Sui siti delle organizzazioni sindacali è tutto uno spiegare le ragioni della conferma dell’astensione dal lavoro e delle manifestazioni da un lato, e quelle della revoca dall’altro.

I sindacati “revocanti” sottolineano l’ampia disponibilità del ministro “per affrontare positivamente le (…) richieste sindacali e trovare soluzioni concrete ed esigibili in tempi certi” (dal sito Cisl), e trovano segnali di apertura nella posizione di viale Trastevere, “quali l’impegno per il reperimento delle risorse per i rinnovi contrattuali 2008-2009 e il recupero delle risorse derivanti dai tagli ai fondi per il trattamento accessorio del personale dei comparti” (dal sito Ugl).

Di tutt’altro avviso la Flc Cgil, per la quale “non esistono atti concreti sui diversi punti che stanno alla base della proclamazione dello sciopero“, e il ministero si muove nel contesto della legge 133, cioè assume “come un punto fermo il taglio ai fondi delle Università che impedirà a queste di assolvere il ruolo che la Costituzione assegna loro di alta formazione per tutti i cittadini“ (dal sito Cgil). Più sfumata è invece la posizione di Uil Università, che ha confermato lo sciopero di domani, ma ha anche firmato con le altre sigle sindacali (Cgil esclusa) un documento di richieste per il settore da sottoporre al vaglio dei ministri dell’Economia Giulio Tremonti e della Funzione pubblica Renato Brunetta, che ne dovranno valutare le compatibilità economiche.