Sciopero quattro mesi dopo: la scuola ci riprova

Sono gli stessi di quattro mesi fa i motivi alla base della nuova proclamazione di sciopero per il personale della scuola: rinnovo del biennio contrattuale 2003-2004 per docenti e personale Ata, rinnovo del contratto 2002-2005 dei dirigenti scolastici, immissione in ruolo del personale precario a partire dal 2005-2006 secondo la legge 143/2004.
A questi fondamentali si aggiungono, come per lo sciopero del 15 novembre scorso, la protesta per l’inadeguatezza degli organici per assicurare servizi di qualità, per il tutor che mina la collegialità dei docenti, per la nuova riforma costituzionale della regionalizzazione del sistema di istruzione.

È difficile prevedere come il mondo della scuola aderirà alla nuova mobilitazione della categoria proclamata dai sindacati della scuola Cgil, Cisl e Uil e alla quale vanno aggiunti anche i Cobas, ma a cui difficilmente aderirà il sindacato autonomo Snals, come fece il 15 novembre.

L’iterazione delle medesime motivazioni di quattro mesi fa può creare un clima di scarso entusiasmo e di poca fiducia degli insegnanti. Al 18 marzo prossimo saremo in piena campagna elettorale e non è detto che il clima di contrapposizione politica favorisca l’adesione in massa degli insegnanti. È un’incognita tutta da scoprire.
Intanto il ministro Moratti, con una mossa che qualcuno ha già giudicato pre-elettorale con l’intento anche di annullare uno dei motivi dello antisciopero ha annunciato a sorpresa l’immissione in ruolo di duecento mila precari nell’arco di un quinquennio.