“Bene la riforma sullo Ius Soli, ma non si può vincolare la cittadinanza al conseguimento di una promozione scolastica“. Lo dichiara la deputata del gruppo Per l’Italia-CD Milena Santerini, presidente dell’Alleanza Parlamentare contro l’intolleranza e il razzismo presso il Consiglio d’Europa, firmataria di un emendamento il tal senso.
“Ieri la riforma ha finalmente iniziato il suo iter in Aula. La nuova legge attribuirà la cittadinanza italiana anche ai minori stranieri arrivati nel nostro Paese prima dei 12 anni che hanno frequentato almeno 5 anni di scuola. In commissione, però, è stato introdotto un altro ostacolo: i bambini iscritti alla scuola primaria diventeranno italiani solo se avranno ottenuto la promozione. Mentre è giusto considerare la scuola come requisito per esercitare la cittadinanza, non deve essere posto come obbligo il successo obbligatorio in un corso di studi”.
Quello che va difeso, sostiene Santerini, “è l’apprendimento della lingua e della cultura italiana come strumento per vivere da cittadini in modo attivo e consapevole. Gli alunni immigrati fanno già un grande sforzo di condivisione della cultura del nuovo paese e sono molto motivati allo studio, anche se parlano un’altra lingua e vengono da altri mondi. Quello che conta è la partecipazione al progetto di integrazione nel nuovo paese“.
Registrati a tuttoscuola
Benvenuto su Tuttoscuola.com!
Registrati a tuttoscuola
Grazie per esserti registrato
controlla il tuo indirizzo di posta per attivare il tuo abbonamento