
Samuele Carrino, (Andrea Spezzacatena nel film ‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’): ‘Il bullismo? Dobbiamo smettere di fingere di non vedere’. L’intervista

Foto di Andrea Ciccalé
Di Sara Morandi
Samuele Carrino, a soli 15 anni, ha interpretato il ruolo di Andrea Spezzacatena nel film “Il ragazzo dai pantaloni rosa” a fianco di Claudia Pandolfi, dal 19 marzo anche su Netflix. Una pellicola questa basata su eventi reali, e che affronta temi come il bullismo e l’omofobia, mettendo in luce il dolore e le conseguenze tragiche che queste esperienze possono causare, specialmente nei giovani. Carrino, inizialmente ignaro della storia di Andrea, ha sentito subito una forte connessione con il ruolo dopo aver letto il copione. Si è documentato a fondo per interpretare il personaggio al meglio, volendo trasmettere il messaggio del film sia ai bulli, affinché comprendano l’impatto delle parole, sia alle vittime, per incoraggiarle a trovare forza nelle loro stesse parole. Un momento particolarmente emozionante per Carrino è stato l’incontro con la madre di Andrea, Teresa, sul set. Questo incontro ha sottolineato l’importanza emotiva del film, capace di creare connessioni profonde tra chi lo vive e chi lo interpreta. L’attore, in questa intervista, ha descritto il suo ruolo di Andrea come un onore, sottolineando l’importanza di esprimere se stessi e denunciare le ingiustizie. Nonostante iniziali resistenze, il film ha ricevuto riconoscimenti per il suo messaggio. Carrino ha chiesto di non sottovalutare il bullismo e ha incoraggiato l’inclusione. Per il futuro, ha menzionato progetti entusiasmanti nel 2025, ispirato dalla memoria di Andrea, che considera il suo angelo custode.
Ciao Samuele, benvenuto su Tuttoscuola. Cosa è significato per te vestire i panni di Andrea Spezzacatena nel film: “Il ragazzo dai pantaloni rosa”.
“Aver interpretato Andrea è stato per me un grandissimo onore ma anche una grandissima responsabilità. Andrea aveva la mia età e voleva essere solo sé stesso, accettato e libero di esprimersi come meglio credeva… Come è giusto che sia per tutti! Avevo l’obbligo di far arrivare questo messaggio a tutti, bullizzati e bulli, ragazzi e adulti, ma anche quello di far vedere e capire che Andrea, se avesse parlato, sarebbe ancora con noi e quindi l’importanza del ‘non stare in silenzio’! Parlare e denunciare, andare avanti perché questa è solo una fase della vita che poi passerà.
Ho messo tutto il mio cuore per interpretarlo perché questo meritava Andrea, che sento mio amico, e perché questo meritava la sua storia affinché sia di aiuto a tutti quelli come Andrea, oltre che un monito per i bulli”.
Alcune scuole si sono organizzate proponendo la visione del film agli studenti, ma non sempre i genitori hanno accolto bene queste iniziative. Cosa ne pensi?
“Sì, all’inizio ci sono stati un po’ di problemi sia con qualche scuola che con qualche genitore, ma dopo aver visionato il film, le cose sono cambiate in quanto è stata compresa l’importanza di questa pellicola, del potere che c’è dentro ogni singola immagine e di come è l’importante che tutti lo vedono.
Anche alla prima del film alcuni ragazzi hanno insultato e deriso, e se all’inizio l’ho presa male poi invece ho capito che in realtà è stato un bene, poiché i bulli sono usciti allo scoperto, tutti li hanno visti, riconosciuti e hanno preso provvedimenti”.
Bullismo e cyberbullismo: secondo te la scuola fa abbastanza per contrastare questi fenomeni? Ti è mai capitato di viverli, anche solo assistendo a violenze o in prese in giro?
“Sicuramente si potrebbe fare molto di più, per esempio, si potrebbe smettere di fingere di non vedere, smettere di sottovalutare, smettere di essere indifferenti. Questo sia da parte dei prof, che da parte dei ragazzi… Spesso una semplice battuta, un gesto, fatto anche per scherzo, per altri in una situazione complicata, può essere una coltellata. Fra l’altro, se queste stesse battute vengono fatte e scritte su un social ti possono raggiungere ovunque. Come dico sempre: se vedete qualcuno in un angoletto che ha difficoltà ad integrarsi, aiutatelo voi, rendetelo partecipe di quello che fate, rendetelo parte del gruppo, integratelo voi e non prendetelo in giro, non lasciatelo solo… Aiutatelo a parlare, perché se le parole possono uccidere, le parole possono anche salvare”.
Nuovi progetti o sogni nel cassetto?
“Il 2025 ha in programma cose bellissime, ma non posso aggiungere altro al momento … Invece, per quanto riguarda i sogni, il mio sogno lo sto già vivendo e spero di non svegliarmi mai! Fare l’attore, è da sempre quello volevo fare e ora, ho ancora più carica perché ho un angelo custode di nome Andrea che porterò sempre nel mio cuore”.
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